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giovedì, 28 Marzo 2024
  • Caldo e pneumatici, un rapporto conflittuale

    Caldo e pneumatici, un rapporto conflittualePerché caldo e pneumatici non legano bene?

    L’invitante nastro di asfalto che ci porta alla meta delle nostre vacanze può diventare in realtà un piccolo inferno: sotto il solleone diventa rovente e caldo e pneumatici non legano bene. La stagione più calda registra infatti, complice il global warming, temperature dell’aria oltre i 40 gradi, che possono arrivare a a 60-80 a livello dell’asfalto. L’energia dei raggi solari viene infatti assorbita dall’asfalto nero – gli oggetti con colori chiari ne riflettono di più e quindi si riscaldano di meno – che quindi diventa molto più caldo dell’aria. Le ruote sono composte da una copertura a base di gomma, un cerchione metallico e l’aria contenuta nello pneumatico, che funge da ulteriore elemento elastico in aggiunta alle molle/balestre/barre di torsione delle sospensioni. Ognuno di questi elementi risente dell’aumento delle temperature e l’influsso non è necessariamente positivo, come del resto accade con gli esseri umani.

     

    Temperature roventi, caldo e pneumatici

    Ricordiamo inoltre che uno pneumatico che ruota sotto carico si riscalda di per sé perché la continua flessione ed estensione dei fianchi nel punto di contatto porta alla generazione di calore. Il motivo è semplice: i polimeri dei quali è composta la gomma sono elastici ma presentano una certa isteresi, ossia un comportamento che si allontana da quello di una molla perfettamente elastica. In pratica l’energia meccanica che si immagazzina comprimendoli non viene restituita totalmente in fase di estensione perché sono presenti degli ‘attriti interni’ che dissipano una parte di questa energia sotto forma di calore. Il risultato è che uno pneumatico che ruota ad alta velocità su una strada assolata, portando sulle spalle un’automobile molto carica, può raggiungere anche i 100 gradi. Se il cerchione si dilata solo leggermente l’aria contenuta all’interno della copertura risente di più delle alte temperature, aumentando la sua pressione. Sappiamo bene che la pressione di gonfiaggio è un parametro fondamentale per il funzionamento degli pneumatici ed è per questo che, per esempio, Alcar propone sistemi di controllo della pressione per veicoli commerciali.

     

    Le conseguenze dell’interazione caldo e pneumatici

    L’aumento della pressione è ben sopportato dagli pneumatici, che per motivi di sicurezza resistono a pressioni ben superiori a quelle nominali: è per questo che il controllo e l’eventuale gonfiaggio vanno fatti a gomme fredde o che hanno camminato per pochi chilometri. Per lo stesso motivo non si devono sgonfiare le gomme calde che manifestano una pressione superiore a quella consigliata: quando si raffreddano la pressione scenderebbe troppo, portando ad altri rischi. Una pressione insufficiente, infatti non solo sollecita troppo i fianchi, causa un consumo irregolare e danneggia frenata e tenuta di strada ma rischi di surriscaldare gli pneumatici perché le deformazioni viste prima diventano troppo grandi e generano un calore eccessivo, indebolendo la struttura dello pneumatico. Il fisiologico aumento della pressione causato dalle alte temperature, inoltre, potrebbe superare la resistenza di una copertura eccessivamente usurata o danneggiata, causandone lo scoppio. La conclusione è una: una gomma in buono stato gonfiata alla pressione prescritta non dà luogo a rischi particolari anche in estate (se si carica l’automobile rispettando i limiti dati dal costruttore) ma per sapere che è in buone condizioni occorre includerla in un accurato check-up da fare prima di partire.

     

    Nicodemo Angì

     

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