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sabato, 20 Aprile 2024
  • Quale aftermarket nel post-COVID? La situazione dall’Europa alla Cina

    Quale aftermarket nel post-COVID? La situazione dall'Europa alla CinaQuali sono le prospettive dell’aftermarket nel post-COVID?

    La pandemia da coronavirus non si è ancora fermata ma i Paesi che l’hanno subita per primi, e hanno messo in campo misure efficaci, si stanno riprendendo. Il post-vendita automotive è probabilmente uno dei settori che sta reagendo meglio e una delle domande che ci si pone è: quale aftermarket nel post-COVID? Alcune risposte sono state date nel corso di uno dei webinar del ciclo A testa alta, ribattezzato Head Up vista l’internazionalità di diversi oratori.

    La ripresa della Cina

    James Cheng, Deputy General Manager di China National Machinery Industry Internal Corporation, ha risposto ad una domanda sulla situazione cinese attuale e sui legami con Autopromotec, posta del moderatore Fabio Uglietti di Quattroruote Professional. Il suo tono è stato ottimista: “La collaborazione con Autopromotec è ancor più importante in questo periodo difficile e quindi sono felice di partecipare a questa puntata di A testa alta. L’epidemia ha rallentato moltissimo tutta la nostra economia ma ora la produzione si è molto ripresa e ci sono aspetti positivi degni di nota. Cito il forte recupero dei ricambi per i veicoli commerciali, l’accelerazione di fusioni e ristrutturazioni e le richieste dei consumatori, che sono ancor più interessati ai veicoli con alimentazioni alternative. Penso che l’industria sia in crescita e le prospettive per aziende cinesi, italiane e europee siano buone. Sono poi sicuro che l’industrializzazione globale, che sta passando all’industria 4.0, saprà reagire nel dopo epidemia e ritengo che la collaborazione con Autopromotec ci aiuterà a capire meglio il mercato italiano e la tradizione automobilistica globale: i rapporti nel post-Covidsaranno di livello ancor più alto”.

    Quale aftermarket nel post-COVID? La situazione dall'Europa alla CinaL’aftermarket evolverà

    Le parole di Renzo Servadei, CEO di Autopromotec, hanno fotografato una situazione difficile con segnali di ottimismo: “l'Italia ha riaperto circa 2 mesi dopo della Cina e anche nel nostro Paese il fatturato si è contratto molto, così come l’export: le nostre attrezzature da officina vanno ovunque nel mondo; la logistica ha però continuato a funzionare e con essa l’autoriparazione e l’assistenza alle attrezzature. Ricordo che la riparazione è anticiclica e quindi se il nuovo vende di meno il parco esistente ha più necessità di manutenzione. Ricordo poi che i veicoli, nuovi e usati, si sono evoluti e necessitano quindi di attrezzature più sofisticate e personale più preparato. Una volta passata la fase acuta della crisi, possiamo guardare con ottimismo al futuro”.

    La Cina e l’aftermarket nel post-COVID

    Sean Young, Deputy General Manager di Shenzhen Shentou Supply Chain Management, ha esposto dati interessanti. Ha infatti evidenziato che “il circolante cinese sta crescendo in Cina da qualche anno, anche se gli incrementi anno su anno erano in rallentamento già prima della pandemia. Alla fine del 2019 il circolante auto era di 260 milioni di unità e il mese di febbraio ha visto produzione e vendite scendere drammaticamente. A marzo si è visto un recupero e le vendite di maggio sono risalite a 2,1 milioni di unità e anche l’usato si è ripreso: gli 1,1 milioni di veicoli di aprile sono il 17% in più rispetto a marzo. Il parco sta invecchiando: le auto con età fra 7 e 10 anni erano il 21% nel 2016 e sono il 24,4% all’inizio del 2020 mentre le vetture con età 3 – 6 anni diminuiscono ma sono sempre il 40%. questo aiuta il mercato dell’aftermarket, sempre cresciuto almeno del 12% annuo in Cina negli ultimi anni e ha raggiunto i 9,7 miliardi di dollari nel 2019. L’area più importante per l’aftermarket è il Guandong, le cui 51.000 officine sono il 12% del totale: è per questo che Auto Aftermarket Guangzhou si svolge in quella provincia. Ricordo poi il dato sull’import: nel 1° trimestre del 2019 il totale dei prodotti automotive è stato di 21,8 miliardi di dollari, l’89% dei quali veniva dai primi 10 Paesi esportatori. I primi 3 sono Germania, Giappone e USA ma l’Italia non è nella Top Ten”.

    Quale aftermarket nel post-COVID? La situazione dall'Europa alla CinaDiscese e risalite

    Marc Aguettaz, il Managing Director di GiPA Italia, ha condiviso dati sull’Europa e sull’Italia ricordando che le immatricolazioni  di gennaio e febbraio già non erano buone perché i 5 mercati chiave – Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, che sono il 70% del totale – già registravano perdite fra il 3 e il 13%. Il culmine della crisi è stato in marzo e aprile con un recupero a maggio ma Spagna e UK sono ancora a – 73 e – 83%. Parlando dell’aftermarket nel post-COVID Aguettaz ritiene che “i 27 paesi UE avranno un – 38% sul nuovo con un punto critico a 13 milioni di immatricolazioni: una cifra inferiore indicherà un mercato in contrazione. Nei 5 mercati chiave ci sono 250.000 riparatori e secondo me il canale più in crisi sarà quello dei concessionari, il 70% dei quali potrebbe essere a rischio in Italia per il calo delle immatricolazioni. Essi potranno recuperare qualcosa spingendo il post vendita. Il business dello IAM a fine anno perderà circa il 50% rispetto al 2019, un dato meno grave.  Il circolante dovrebbe rimanere stabile nei 5 Paesi chiave a circa 164 milioni di auto, che generano 253 milioni di interventi in officina per un valore di 59,7 miliardi di euro. Nel 2021 dovremmo vedere una crescita di 8 o 9 punti percentuali ma è essenziale che gli attori combinino tutte le loro risorse – finanziarie, digitali, umane, di marketing – per spingersi in avanti e verso i clienti. Le automobili saranno più sfruttate per mantenere il distanziamento e questa è un’opportunità per l’aftermarket. Notiamo che rispetto alla Cina, l’Europa ha molte più auto pro-capite: 250 milioni per 600 milioni di abitanti ma il parco e più anziano, 10 anni contro i 4,5 della Cina”.

    Nuovi modelli di business per l’aftermarket nel post-COVID

    Sean Young ha riferito che “in Cina l’aftermarket sta recuperando: in aprile un’indagine su 52 stabilimenti, che producono per il post vendita, ha riscontrato che quasi tutti hanno raggiunto l’operatività normale. Il recupero della domanda, anche estera, sta però sovraccaricando gli impianti, che ormai producono a quasi il 100% della capacità. Il post-COVID ha visto novità: nelle pratiche di business, nelle tecnologie e un maggior ricorso al cloud e agli streaming live. Le forniture con l’estero sono cambiate, i compratori non possono/non vogliono viaggiare, quindi per identificare e qualificare le forniture facciamo audit nelle fabbriche in streaming. Anche gli incontri e le ispezioni dei buyer, comprese quelle per il controllo qualità, possono essere fatte con addetti in loco e streaming internazionale. Si tende a evitare scorte troppo grandi cercando di limitare gli ordini ingenti da un singolo acquirente e per riempire i container si possono fare acquisti e spedizioni di gruppo minimizzando i rischi”.

    L’aftermarket locomotiva della ripresa post-COVID?

    Aguettaz riprende il discorso parlando delle “prospettive dell’Europa: penso che la ripresa verrà trainata dall’aftermarket se riuscirà a implementare le 4 S: Sales, Services, Spare e Survey. eravamo in una fase di fusioni e acquisizioni anche internazionali e il 2020, vista la crisi, sarà un anno di osservazione, anche dei risultati delle fusioni precedenti. Ricordo che i grandi player sono pochi e, non stante la loro mole, sono una quota del mercato totale che è fra il 6 e l’8%: nel 2021 i ‘movimenti’ riprenderanno”. In effetti l’aftermarket può uscire efficacemente dalla crisi facendo sistema e ottimizzando i suoi processi interni e l’interfaccia con i clienti. La chiusura di Renzo Servadei ricorda che: “abbiamo sempre pensato che costruire ponti sia la soluzione migliore. Ricordo che le immatricolazioni della Cina sono quasi pari a quelle di USA e Europa insieme. È importante favorire intese ad alto livelle fra le imprese e Autopromotec collabora bene con Sinomachint. Fra le iniziative di successo ricordo le 30 aziende italiane che hanno partecipato a Auto Aftermarket Guangzhou e l’importante delegazione cinese ha preso parte ad Autopromotec 2019. La collaborazione è importante, ora più di prima”.

     

    Nicodemo Angì

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