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lunedì, 07 Ottobre 2024
  • Il Ministro Urso chiede di anticipare la revisione del Green Deal

    Il Ministro Urso chiede di anticipare la revisione del Green Deal

    Mentre si discute in Europa sul posticipo del termine del 2035 per l’abolizione delle auto a benzina e diesel, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha formalmente richiesto all’Unione Europea di anticipare la revisione del Green Deal al 2025.

    Tale richiesta sarà avanzata ufficialmente al Consiglio UE sulla Competitività che si terrà mercoledì prossimo. L’obiettivo del governo italiano e del Ministro Urso è proporre una modifica delle regole attuali sulla transizione energetica, con particolare attenzione all’obbligo di passaggio ai motori a zero emissioni, attualmente previsto per il 2035.

    Questa proposta italiana rappresenta un cambiamento importante nell’approccio del Paese rispetto agli impegni europei sul clima, con l’intento di garantire che le regole sulla transizione energetica non penalizzino le industrie nazionali e tengano conto delle peculiarità del mercato italiano e delle sue capacità produttive.

    Urso, auto elettriche e Comunità Europea 

    In particolare, l’Italia sembra voler riconsiderare il termine del 2035 per il divieto di vendita di veicoli a combustione interna, a favore di una transizione più graduale che consenta alle imprese di adattarsi meglio alle nuove normative ambientali.

    Urso ha sottolineato la necessità di rivedere alcuni obiettivi del Green Deal, mettendo in evidenza che una transizione troppo rapida potrebbe compromettere la competitività delle aziende europee, in particolare quelle italiane, che stanno affrontando pressioni economiche significative.

    L’intento è dunque portare sul tavolo della nuova Commissione europea una revisione delle normative, bilanciando gli obiettivi climatici con la sostenibilità economica e industriale del continente.

    Il Green Deal europeo, introdotto nel 2019, ha come obiettivo principale la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% entro il 2030, con la completa decarbonizzazione prevista per il 2050.

    L’iniziativa italiana di anticipare la revisione delle regole riflette le preoccupazioni dei settori industriali nazionali rispetto alla velocità della transizione e all’impatto sui posti di lavoro, in particolare nel settore automobilistico.

    L’Italia, insieme ad altri Paesi europei, sta cercando di trovare un equilibrio tra l’urgente necessità di affrontare la crisi climatica e la salvaguardia della propria competitività industriale e produttiva.

    La risposta dell’Europa e la capacità di mediare tra diverse esigenze nazionali saranno cruciali per il futuro delle politiche climatiche del continente.

    Anche la CISL ritiene apprezzabile l’intenzione espressa dal ministro di definire un piano industriale quinquennale.

    È quanto sottolinea il segretario confederale della Cisl Giorgio Graziani in una nota diffusa al termine del tavolo al ministero delle Imprese su politiche europee e auto. 

    Così come è condivisibile anche l’intenzione espressa di mettere in discussione le linee guida europee del green deal che, come evidenziato anche nel rapporto Draghi, sono carenti sia sotto il profilo sociale, che di una sostenibile politica industriale“, aggiunge Graziani.

    La nuova politica industriale va accompagnata – osserva – da un patto tra Governo e parti sociali di responsabilità condivisa, necessaria a porre i presupposti per dare effettività ai cambiamenti prospettati“.

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