Continua la crisi dell’auto elettrica e il settore automotive altoatesino va in difficoltà, aftermarket compreso.
Il settore dell’automotive altoatesino, che impiega oltre 5.000 lavoratori, è oggi alle prese con una crisi senza precedenti. Anche il comparto aftermarket deve fare i conti con la transizione energetica.
L’innovazione tecnologica e la transizione verso l’auto elettrica, considerata da molti il futuro della mobilità sostenibile, stanno invece mettendo in ginocchio molte aziende locali, che faticano a reggere il passo con la rapida evoluzione del mercato.
In Alto Adige, l’aftermarket auto duramente colpito
Il contesto della crisi è tracciato. L’industria automobilistica globale ha vissuto una spinta verso l’elettrificazione, ma questo cambiamento sta avendo effetti complessi a livello regionale, specialmente nelle aree come l’Alto Adige, dove l’automotive rappresenta una fetta importante dell’economia.
Le imprese, molte delle quali sono legate alla produzione di componenti per auto tradizionali, non sono ancora pronte a sostenere la transizione completa verso l’elettrico. Le difficoltà vanno dai costi elevati per l’adattamento delle linee produttive, alla mancanza di domanda immediata per i veicoli elettrici, in particolare nei mercati locali.
Alcune aziende hanno già adottato misure drastiche per fronteggiare la situazione, riducendo gli orari di lavoro per limitare le perdite.
L’idea è quella di evitare i licenziamenti anche nel comparto aftermarket ma, a fronte di un peggioramento della situazione economica, nemmeno questa opzione può essere esclusa.
Il timore di un ridimensionamento del comparto è concreto: le imprese del territorio lottano per sopravvivere tra la necessità di innovare e le difficoltà economiche attuali.
Nonostante gli incentivi statali e i piani di sostegno al settore, la ripresa sembra lontana. Gli esperti del settore parlano di una transizione lenta e dolorosa che potrebbe durare anni, lasciando alle imprese e ai lavoratori un futuro incerto.
Se da un lato la mobilità elettrica rappresenta un’opportunità, dall’altro sono necessari investimenti significativi in formazione e riconversione delle linee produttive, per non rischiare di perdere una parte importante dell’occupazione e della competitività territoriale.
La crisi dell’auto elettrica, quindi, non è solo un tema tecnologico, ma anche sociale ed economico, con l’Alto Adige che si trova in bilico tra la necessità di evolvere e il rischio di perdere migliaia di posti di lavoro.