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giovedì, 18 Aprile 2024
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    Autopromotec: la superfiera internazionale!

    Autopromotec è sempre più una fiera internazionale.

    I numeri che misurano il suo odierno coefficiente d’internazionalità ed il percorso di crescita che la manifestazione ha vissuto anno dopo anno evidenziano palesemente l’effort di una biennale, pronta ormai a tagliare il nastro della sua 29esima edizione, matura e referenziata sotto ogni punto di vista. I fattori chiave, che pongono Autopromotec quale brand fieristico di successo nel panorama di settore, sono tanti. Alla base c’è un lavoro straordinario di team che punta sulle singole e sinergiche competenze. In questa equipe, brilla il lavoro di Emanuele Vicentini (nella foto), International Developments di Autopromotec

    Autopromotec, grazie al suo lavoro, ha fatto della internazionalità uno dei suoi plus che è cresciuto sempre di più negli anni. Questa caratteristica che impatto, che benefici ha apportato al brand Autopromotec?

    Autopromotec, ancora oggi, conta su una solida base di produttori e aziende italiane, all’avanguardia sotto il profilo tecnologico e basate sulle esportazioni. Questo ritengo sia sempre il punto centrale da cui partire per ogni manifestazione che vuole essere importante. Certo, in passato, la fiera era principalmente riconosciuta come il salone delle auto attrezzature e, diciamo, dei gommisti, mentre con gli anni si è aperta a nuove categorie merceologiche. Questo inevitabilmente l’ha arricchita e le ha fornito nuove opportunità. 

    L’ingresso e il consolidamento del settore ricambi – che poi significa produzione, distribuzione, service, software, logistica e tanto altro ancora, ha portato Autopromotec in una dimensione più grande, che le ha consentito di avere come un secondo pilastro di sviluppo. Questo, negli anni, ci ha consentito di siglare nuovi accordi, essere maggiormente riconosciuti a livello istituzionale e quindi di essere inseriti in opportuni piani di promozione strategici, ricevere proposte e promuoverci ulteriormente, spesso con aree collettive in altre rassegne extraeuropee, accompagnando aziende della nostra filiera.

    Allo stesso tempo, è stato effettuato un grande lavoro a livello media, con gruppi editoriali e riviste in tutto il mondo, senza trascurare la forte rete di relazioni costruita con associazioni di molti Paesi a livello globale. Tutto questo ha portato a dati lusinghieri: tra il 2007 e il 2017, il numero assoluto di visitatori esteri è raddoppiato, e quello degli espositori esteri ha raggiunto quota 40% del totale, riconoscendoci dunque come grande fiera internazionale.

    Ora lo stop lungo dovuto al Covid ci sta facendo ripartire, sicuramente con basi diverse: sarà ancora una fiera internazionale, con il 25% circa di espositori esteri, e personalmente sto coordinando l’arrivo di oltre 160 buyer da una trentina di paesi di tutto il mondo, compresa la Tanzania o l’Uzbekistan, solo per citarne due non banali. Ma occorre ragionare sul fatto che la fiera avrà principalmente un carattere europeo. 

    Questo stop, però, ci ha consentito di ragionare attorno a tutte le nuove opportunità che potremo esplorare non appena le condizioni lo permetteranno, e il momento sembra stia arrivando.

    E quali sono i risvolti per i player della filiera nazionale dell’aftermarket?

    Gestisco direttamente la piattaforma di business matching che mette in relazione buyer ed espositori italiani: nell’ultima edizione abbiamo avuto oltre 700 incontri one-to-one, con circa il 12% che si è trasformato in contratto commerciale, e quasi il 45% che ha comunque ottenuto un feedback positivo, con probabili sviluppi futuri. 

    Questi dati si stanno progressivamente ripetendo nel 2022 e sono una cartina al tornasole di quali opportunità ci siano. Invito tutte le aziende espositrici che non lo hanno già fatto a iscriversi all’area di business matching e a richiedere gli incontri nella B2B Area, dislocata al padiglione 22. 

    Dopo le diverse esperienze online che tutti abbiamo vissuto nel 2020 e 2021 riscontriamo una grande voglia di vedersi di persona. Gli incontri sono quindi pensati tutti in presenza, con buyer che voleranno ad Autopromotec dai 5 continenti, ma il sistema prevede un recupero dell’incontro tramite video call (la settimana successiva rispetto alla fiera) se qualcosa impedirà ad alcuni buyer di essere presenti.

    Oltre alle azioni con le delegazioni, una fitta rete di promozione della fiera, accordi e interlocuzioni con numerose associazioni, presentazioni alla stampa in presenza e in virtuale avvenute tra gennaio e marzo, ci fanno pensare che le presenze internazionali in Fiera non tradiranno le attese. Basti pensare a questo: ancora nei giorni scorsi, di fine aprile, abbiamo raccolto partecipazioni da espositori tedeschi, polacchi, danesi, olandesi. C’è grande fermento!

     

    Ad Autopromotec è previsto l’arrivo di 160 delegati in rappresentanza di oltre 30 mercati che svilupperanno incontri B2B con gli espositori italiani. Che potenzialità ha il nostro settore nel fare business all’estero e viceversa? E quanto Autopromotec può incidere in questa equazione di produttività?

     
    I dati del passato, presi dalle precedenti edizioni di Autopromotec, ci confermano che il 10% degli incontri si trasforma in contratto immediato e che il 40% rimane in traccia per futuro accordo: la selezione dei profili è sempre un momento complesso e il Covid (che ha reso difficile le selezioni di profili candidati da tutto il far east e dal Giappone, che risentono tanto del lockdown cinese) e la guerra (che ha impedito le presenze da Russia e Ucraina, ma limitato anche quelle da Azerbaijan e Polonia – solo per sottolineare l’impatto di questi eventi) hanno reso questo compito particolarmente narduo. Ma sono sicuro che la fiera non tradirà le attese.

    Stefano Belfiore

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