La decisione dell’Europa di fermare i motori a scoppio ha suscitato un enorme clamore mediatico. Diciamo subito che il provvedimento non vieta espressamente i motori a scoppio ma fissa delle percentuali di riduzione delle emissioni di CO2 allo scarico crescenti gradualmente. Il primo obiettivo è un taglio (con riferimento ai dati 2021) del 25% delle emissioni nel 2025 e del 55% nel 2030. Dal 1° gennaio 2035 le emissioni di anidride carbonica dovranno essere ridotte del 100%, cosa che equivale a consentire solo le automobili elettriche e quelle a fuel cell alimentate a Idrogeno. Queste automobili sono mediamente piuttosto care ma grazie ai nuovi incentivi attivi dallo scorso 2 novembre sarà possibile acquistare (purché si rottami un’automobile e il reddito ISEE sia inferiore a 30.000 euro). A non dover rispettare l regole con le quali l’Europa ferma motori a scoppio dal 2035 saranno i costruttori più piccoli: chi produce fino a 1.000 automobili l’anno non avrà nessun obbligo mentre chi non supera le 10mila unità non sarà obbligato a rispettare gli step intermedi di riduzione delle emissioni. Il post vendita dovrà prepararsi a gestire sempre più auto elettrificate – elettriche e ibride – con le ibride che comunque emetteranno sempre meno perché dovranno essere conformi agli step intermedi del 2025/2030. Per diminuire le emissioni ci sarà un’elettrificazione crescente e sistemi di trattamento allo scarico sempre più perfezionati per rispettare gli sfidanti limiti Euro 7.