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sabato, 11 Maggio 2024
  • Pneumatici: l’UE indaga su possibili cartelli

    Pneumatici
    La UE indaga su un possibile cartello degli pneumatici. Coinvolta anche l’italiana Pirelli e altri marchi. Ecco cosa rischiano i più grandi produttori europei.
    Bruxelles non ci sta. Dinnanzi all’ipotesi di un possibile cartello sui prezzi degli pneumatici, l’Antitrust europeo ha avviato una serie di perquisizioni a sorpresa presso le sedi di diversi produttori, attivi in vari Stati europei.
    Nel mirino vi è anche l’ italiana Pirelli, ma le ispezioni riguardano marchi come Michelin, Bridgestone, Continental, Nokian Tyres e Goodyear che hanno tutti confermato di essere sotto osservazione.
    La Commissione sospetta che il coordinamento sui prezzi tra le società in questione sia avvenuto anche tramite “comunicazioni pubbliche” e riguarda per lo più la produzione di pneumatici per auto, furgoni, camion e autobus venduti nello spazio economico europeo.
    Le verifiche senza preavviso, attualmente in corso, costituiscono una fase preliminare dell’indagine su sospette pratiche anticoncorrenziali; il che significa che le imprese al momento non sono colpevoli di comportamenti anticoncorrenziali, né che le ispezioni possano anticipare il giudizio sull’esito dell’indagine stessa.
    Tuttavia la notizia è stata diffusa da Bruxelles a mercati aperti, provocando uno scossone per le azioni in Borsa. La peggiore è stata la finlandese Nokian Tyres, seguita dalla tedesca Continental a Francoforte, così come il concorrente francese Michelin. Non fa  eccezione Pirelli a Piazza Affari. Tuttavia, l’azienda italiana ha rilasciato una nota in cui si legge: “Sempre agito nel rispetto di norme antitrust Ue” aggiungendo “Pieno supporto ad Autorità su accertamenti in corso”.

    Pneumatici – In Europa interviene l’antitrust

    Le autorità di regolamentazione, qualora le prove confermassero la violazione, possono imporre multe fino al 10% delle entrate globali, salvo la possibilità di ricorrere in appello ai tribunali Ue, da parte delle aziende.
    Negli ultimi anni la Commissione ha multato quasi una dozzina di cartelli dell’industria automobilistica, tra cui fornitori di cuscinetti, sedili per auto, sistemi frenanti e persino un cartello che limitava la concorrenza nella depurazione delle emissioni delle nuove autovetture diesel.
    Nel 2020, proprio il produttore italiano di pneumatici Pirelli aveva perso il ricorso contro la sentenza dell’Ue sul cartello cavi: la Corte di Giustizia dell’Ue (Cgue), la più alta corte europea, ha respinto la sua tesi secondo cui non sarebbe stato responsabile per la sua ex controllata Prysmian (fino al 2005).
    Nella sua decisione del 2014, la Commissione europea ha multato Prysmian, Nexans, la banca di investimento Goldman Sachs e altre otto società di cavi per 301,6 milioni di euro per aver gestito un cartello decennale di cavi elettrici.
    A cura di Valeria Di Giorgio 

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