Nel comparto delle materie prime, il crollo del litio sembra costante e grave al punto
che, dai massimi di fine 2022 ha già perso l’82% circa, tornando così sui minimi dal 2021.
La recente tendenza al ribasso sul litio va attribuita alle maggiori preoccupazioni legate alla futura domanda del settore delle batterie per veicoli elettrici, un settore in cui il litio è uno dei materiali fondamentali.
Attualmente infatti l’impiego nelle batterie rallenta, nonostante la produzione sia più che raddoppiata dal 2020.
Così le scorte di metallo ora si accumulano nei magazzini. Il prezzo è crollato finendo sotto 13mila dollari per tonnellata, livelli che non toccava dall’estate 2021. Tenendo presente che solo a novembre del 2022 il litio quotava oltre i 77.000 euro alla tonnellata, questo ha innescando forti vendite anche sui titoli legati al comparto delle batterie.
Secondo le analisi di Rystad Energy (società indipendente di ricerca e consulenza), dopo il boom della domanda di litio a causa della forte richiesta di veicoli elettrici e sistemi di accumulo a cui abbiamo assistito post pandemia, ora si stima che la domanda globale di batterie nel 2024, crescerà “solo” del 38% in deciso calo rispetto al 53% del 2023.
Questo è dovuto sostanzialmente da quelle che sono le vendite del mercato EV sia in Europa che negli Stati Uniti.
E quindi, dopo la frenesia degli acquisti del 2022, ora la domanda di batterie ha iniziato a deludere le aspettative, con gli investitori che sono tornati ad essere più cauti sulle prospettive future circa il metallo chiave per la produzione di batterie.
Secondo Ubs, l’offerta di litio sembra addirittura essere destinata a superare la domanda globale fino al 2028
In ogni caso, come segnalano gli strateghi di Goldman Sachs, se nel prossimo futuro la domanda di litio torna a superare l’offerta, allora è probabile vedere a una nuova fiammata dei prezzi del litio.
In tal senso, i prezzi dovrebbero attestarsi a 11.000 dollari nel 2025, per poi giungere a quota 16.883 dollari per tonnellata nel 2026.