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giovedì, 28 Marzo 2024
  • Ricambisti e la scossa delle elettriche

    Sappiamo bene come stiano arrivando importanti novità nell'automotive, mutamenti che forse sarebbe più indicato chiamare “cambi di paradigma”. Stiamo parlando delle auto elettriche e di quelle a guida autonoma, con le prime che saranno il primo vero cambiamento del parco circolante e quindi delle sue esigenze manutentive. È facile capire perché le elettriche saranno un elemento di rottura: sotto una carrozzeria molto simile a quelle attuali (il frontale potrebbe apparire diverso perché insolitamente meno dotato di prese d’aria) avremo una meccanica piuttosto semplificata, un’elettronica molto più sviluppata e un pacco batterie di ingenti dimensioni.

    Meno particolari, più elettronica

    Ricambi per auto elettricaPensiamo al motore elettrico: le sue parti in movimento sono soltanto il rotore e i cuscinetti che lo supportano. Il rotore può essere perfettamente bilanciato e così può girare fino a 14 – 18.000 giri al minuto, cosa che elimina il cambio, sostituito da una semplice riduzione a ingranaggi. Diremo quindi addio ai sincronizzatori, a quasi tutti gli ingranaggi, alla frizione (la coppia è alta anche a zero giri) insieme a tutta una serie di elementi quali valvole, iniettori, il sistema di distribuzione e via elencando.

     

    Verso l’elettrico

    Lo spostamento del parco circolante verso le auto elettriche sarà ovviamente piuttosto lento: nel mese di novembre in Italia le vendite delle auto elettriche e ibride sono state soltanto il 4,4 per cento delle immatricolazioni. Le ibride, anche se hanno ancora numeri piccoli, stanno comunque crescendo abbastanza velocemente anche perché consentono di ovviare ai blocchi del traffico in modo più “semplice” rispetto all'auto elettrica. Esse mantengono il classico motore a scoppio e questo non imporrà quindi grandi cambiamenti ai dettaglianti che non dovrebbero comunque preoccuparsi più di tanto per il loro arrivo. La guardia non va però abbassata perché alcuni componenti studiati per le auto elettriche sono già fra noi.

     

    Freni che recuperano

    i freni nell'auto elettricaL'auto elettrica, come i treni e i tram, ha la possibilità di recuperare energia in frenata facendo funzionare il motore come un generatore. Lo schema è questo: l’energia meccanica dell’automobile che si muove viene trasferita al motore tramite la trasmissione e questo la converte in elettricità che ricarica le batterie. La conversione ovviamente non è “gratis” e si manifesta con una coppia resistente che tende a rallentare il motore e quindi a frenare l’auto. Si può fare un piccolo esperimento: con il motore al minimo provate ad accendere il lunotto termico e gli abbaglianti, l’alternatore lavorerà molto, la sua rotazione verrà ostacolata e il minimo scenderà leggermente.  Il rallentamento di frenata è modulabile, variando l’intensità del recupero di energia, e questo porterà ad un uso molto diverso dei freni che sperimenteranno molte meno frenate. Questo provocherà una minore usura dei dischi ma anche la possibile formazione di ruggine sulla fascia d’attrito ed è plausibile che l’ossidazione possa provocare un minor “mordente” iniziale nelle frenate più intense.

    Largo al nuovo

    dischi I fornitori di componenti si stanno già preparando a questa nuova modalità di guida . Proprio pochi giorni vi abbiamo parlato dei nuovi dischi "ecologici" Bosch iDisc. Il loro rivestimento in carburo di tungsteno impedisce la formazione di ruggine e li rende più longevi rispetto ai dischi in ghisa non rivestiti ma si sa che le pastiglie saranno diverse da quelle per i freni in ghisa. La grande durezza del rivestimento imporrà l’uso di guarnizioni d’attrito più simili a quelle usate dai dischi carboceramici: il ricambista potrà quindi far valere il suo ruolo consulenziale, che non può certo spettare ad Amazon, avvertendo il cliente di questa diversità.

     

     

     

    Da Bosch a Continental

    Il sistema ruota-freno integrato di ContinentalSe l’iDisc è già in primo impianto per una Casa europea, un altro componente particolare potrebbe arrivare fra non molto. Si tratta di un sistema ruota-freno integrato proposto da Continental che usa un leggero disco in alluminio trattato, anche questo probabilmente combinato con pastiglie speciali. La ruota è scomponibile e prevede un cerchione che viene avvitato su una struttura a stella che incorpora il mozzo: accoglie la pinza e sostiene il grande disco perimetrale, già visto nelle motociclette. In altre parole il disco è ancorato all’esterno e non sul mozzo e la pinza lo “morde” dall’interno. La sostituzione del materiale d’attrito appare quindi più agevole e la pinza lavora meglio perché può essere sistemata in modo quasi perfettamente complanare rispetto al disco.

    Nicodemo Angì

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