Anche in Italia è scoppiata da un po’ di tempo l’attenzione su un tema così delicato come l’assistenza sessuale per i disabili. In altri Paesi questa figura professionale esiste già e rappresenta una vera e propria terapista dedicata alla sessualità delle persone con malformazioni fisiche o mentali. Debora De Angelis, una ragazza romana di 31 anni, per la prima volta nel nostro Paese ha rotto il tabu' sul ruolo dell'assistente sessuale. Lei si definisce una “terapista del sesso” nella convinzione che tutti abbiano diritto ad abbandonarsi e godere dei propri istinti fisici. Questo tipo di terapia però ha le sue criticità in quanto c’è un elevato rischio di coinvolgimento emotivo da parte del paziente. Come spiega al quotidiano leggo.it : “Il mio percorso da autodidatta mi ha portato a definire delle 'regole' da rispettare: il disabile dev'essere preparato a livello psicologico, fisico, emotivo e sentimentale su cosa si potrà aspettare e cosa non deve aspettarsi dal terapista. Una persona che non si è mai espressa a livello emotivo può infatti sviluppare un interesse morboso verso chi gli dà attenzione. È necessario quindi conoscere prima la persona, capire se è emotivamente stabile e valutare caso per caso se può sostenere la terapia”. Si racconta in quanto afferma di aver deciso di prendersi un momento di pausa. “Ho deciso di fermarmi per motivi personali”. Ma la sua attenzione verso i bisogni e i diritti dei disabili non si è abbassata. “Tramite il web – racconta – ho incontrato Max Ulivieri che mi ha illustrato il suo progetto per istituire la figura dell'assistente sessuale anche in Italia. Ho aderito all'iniziativa con entusiasmo”. Ricordiamo che Max Ulivieri è un web designer con una grave disabilità che ha raccolto in pochi mesi circa 5.000 adesioni per il suo progetto: istituire la figura dell’assistente sessuale anche in Italia. “Oggi i disabili – racconta Debora- sono assistiti solo da prostitute che però fanno sesso per lavoro”. Senza avere, quindi, una formazione adeguata a relazionarsi con il disabile.
“La prostituta agisce solo a livello sessuale, la terapista invece offre gli strumenti giusti per garantire al ragazzo una vita sessuale autonoma”. "La prostituta inoltre – conclude Debora – gestisce il suo corpo a seconda delle richieste del cliente, la terapista invece non può fare tutto, dalla terapia è infatti esclusa la penetrazione o il sesso orale”.