Ricambisti e social: gli affari si fanno in gruppo

Del rapporto tra ricambisti e web se ne parla da tempo, per segnalare sia lo stato dell’arte sia le potenzialità offerte dalla rete per il business della vendita. Ma poiché vendita e web portano gli operatori a pensare esclusivamente ad un bel sito di e-commerce, che così la pratica è bella che chiusa, allora è il caso di ricordare che l’attenzione al web e la redditività connessa può derivare utilmente dalla analisi attenta delle dinamiche tipicamente ‘social’ che in rete nascono ogni giorno e che, soprattutto, animano l’universo dei cosiddetti ‘owners’.
L’universo social degli owners
In rete e sui social è un continuo prosperare di gruppi di proprietari di marchi o modelli (soprattutto del passato) che, a dispetto delle mode e della tagliole normative e fiscali, promuovono la loro passione condividendo non solo il piacere di possedere una specifico modello o serie. E che quindi (in parallelo) sono alla continua ricerca di servizi di assistenza e soprattutto ricambi (convenzionali e tuning) dei quali fanno incetta in prospettiva che prima o poi possano non essere più disponibili sul mercato. Ovviamente si tratta di gruppi di persone preparate, molto informate e che dunque rendono la vita difficile a meccanici e ricambisti. Ma sono anche persone fondamentalmente disposte (in caso di riferimenti e rapporti con operatori preparati) a spendere cifre impegnative pur di garantirsi ricambi e soluzioni in grado di preservare e prolungare la vita del loro giocattolo preferito.
Un business da tenere d’occhio
Tutto questo può rappresentare per il ricambista tradizionale una leva di business aggiuntivo legato alla informazione ed alla ricerca sul mercato di ricambi, di accessori speciali e di skill professionali. Benchè ciò possa comportare un impegno di tempo (per l’autoformazione e la ricerca) e di risorse (ed è noto quanto la maggior parte dei ricambisti detesti grandemente lavorare in strategia e programmazione), resta il fatto che l’attenzione al mondo delle auto del passato (che siano d’epoca o meno poco importa) ed ai relativi gruppi di proprietari ed appassionati può in prospettiva garantire al ricambista:
- Branding: l’espansione verso gruppi di ‘owners’ avvicina il ricambista a marchi e target che ordinariamente potrebbe non toccare. Conseguenza positiva può essere da un lato l’aspetto reputazionale che dalla rete aumenta a beneficio del ricambista il numero dei leads potenziali. E dall’altro rivaluta agli occhi della Casa madre il profilo del ricambista, vista l’attenzione sempre crescente dei marchi al mondo del web;
- Expertise: l’approccio diretto del ricambista e del suo staff al mondo dei gruppi, nonché al web, ed infine a determinati marchi o modelli, comporta per conseguenza un accrescimento ed un maggior utilizzo delle competenze e delle professionalità interne allo staff, intendendo come staff la serie di operatori di front office, gli agenti, etc…
- Redditività : benchè possa sembrare un micromondo per via di presunti ridotti volumi di iscritti ai Gruppi e di scambi commerciali, rimane tuttavia il fatto che i margini per singolo ricambio (o Accessorio speciale e Tuning) sono senza possibilità di smentita decisamente superiori a quelli che possono garantire i singoli pezzi in commercio ordinario. Questo significa che il ‘margine di contribuzione’ restituito da ciascun pezzo in questione rispetto al costo di ricerca e di magazzino, sono da tenere in considerazione come ‘business aggiuntivo’ di tutto rispetto.
Riccardo Bellumori