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venerdì, 29 Marzo 2024
  • Ricambisti e social: gli affari si fanno in…gruppo

    Del rapporto tra ricambisti e web se ne parla da tempo, per segnalare sia lo stato dell’arte sia le potenzialità offerte dalla rete per il business della vendita.  Ma poiché vendita e web portano gli operatori a pensare esclusivamente ad un bel sito di e-commerce, che così la pratica è bella che chiusa, allora è il caso di ricordare che l’attenzione al web e la redditività connessa può derivare utilmente dalla analisi attenta delle dinamiche tipicamente ‘social’ che in rete nascono ogni giorno e che, soprattutto, animano l’universo dei cosiddetti ‘owners’.

     

    L’universo social degli owners

    Community SocialIn rete e sui social è un continuo prosperare di gruppi di proprietari di marchi o modelli (soprattutto del passato) che, a dispetto delle mode e della tagliole normative e fiscali, promuovono la loro passione condividendo non solo il piacere di possedere una specifico modello o serie. E che quindi (in parallelo) sono alla continua ricerca di servizi di assistenza e soprattutto ricambi (convenzionali e tuning) dei quali fanno incetta in prospettiva che prima o poi possano non essere più disponibili sul mercato. Ovviamente si tratta di gruppi di persone preparate, molto informate e che dunque rendono la vita difficile a meccanici e ricambisti. Ma sono anche persone fondamentalmente disposte (in caso di riferimenti e rapporti con operatori preparati) a spendere cifre impegnative pur di garantirsi ricambi e soluzioni in grado di preservare e prolungare la vita del loro giocattolo preferito.

     

    Un business da tenere d’occhio

    Ricambi e socialTutto questo può rappresentare per il ricambista tradizionale una leva di business aggiuntivo legato alla informazione ed alla ricerca sul mercato di ricambi, di accessori speciali e di skill professionali. Benchè ciò possa comportare un impegno di tempo (per l’autoformazione e la ricerca) e di risorse (ed è noto quanto la maggior parte dei ricambisti detesti grandemente lavorare in strategia e programmazione), resta il fatto che l’attenzione al mondo delle auto del passato (che siano d’epoca o meno poco importa) ed ai relativi gruppi di proprietari ed appassionati può in prospettiva garantire al ricambista:

    • Branding: l’espansione verso gruppi di ‘owners’ avvicina il ricambista a marchi e target che ordinariamente potrebbe non toccare. Conseguenza positiva può essere da un lato l’aspetto reputazionale che dalla rete aumenta a beneficio del ricambista il numero dei leads potenziali. E dall’altro rivaluta agli occhi della Casa madre il profilo del ricambista, vista l’attenzione sempre crescente dei marchi al mondo del web;
    • Expertise: l’approccio diretto del ricambista e del suo staff al mondo dei gruppi, nonché al web, ed infine a determinati marchi o modelli, comporta per conseguenza un accrescimento ed un maggior utilizzo delle competenze e delle professionalità interne allo staff, intendendo come staff la serie di operatori di front office, gli agenti, etc…
    • Redditività : benchè possa sembrare un micromondo per via di presunti ridotti volumi di iscritti ai Gruppi e di scambi commerciali, rimane tuttavia il fatto che i margini per singolo ricambio (o Accessorio speciale e Tuning) sono senza possibilità di smentita decisamente superiori a quelli che possono garantire i singoli pezzi in commercio ordinario. Questo significa che il ‘margine di contribuzione’ restituito da ciascun pezzo in questione rispetto al costo di ricerca e di magazzino, sono da tenere in considerazione come ‘business aggiuntivo’ di tutto rispetto.

     

    Riccardo Bellumori

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