16 C
Napoli
venerdì, 29 Marzo 2024
  • Ricambi contraffatti: quando un protocollo di filiera?

    Dicitura della “Direzione Generale Lotta alla Contraffazione” dell’Ufficio Italiano Marchi e Brevetti : “contraffare è riprodurre qualcosa in modo tale che venga scambiato per l’originale. La contraffazione si verifica infatti quando segni distintivi o marchi già registrati e attribuiti a determinati prodotti vengono apposti da soggetti terzi e non autorizzati su prodotti nuovi”.

    La contraffazione nel settore ricambi auto ed aftermarket è una realtà con cui tutti devono fare i conti

    Ricambi ContraffattiInutile elencare il decalogo dei rischi nei quali si imbattono sia i rivenditori che i meccanici (procedimenti penali e civili in tema di condotta commerciale scorretta) sia gli automobilisti acquirenti finali (invalidamento garanzie, rischi personali e verso terzi, possibili controversie assicurative in caso di contraddittorio o perizia). Quasi superfluo ribadire il rischio infine di svalutazione del ‘patrimonio auto’, sia in caso di danno generato da ricambi di qualità indefinibile, sia all’atto della rivendita nel mercato dell’usato della stessa auto (visto che ormai sempre più i potenziali acquirenti ovvero le concessionarie che ritirano vanno nel dettaglio degli interventi svolti e dei supporti documentali di prova degli interventi svolti).

     

    Ricambi contraffatti: alcune possibili azioni

    Ricambi Auto Ok, detto questo, che è ben noto, quali sono i ragionamenti possibili da fare, soprattutto a livello informativo? Il primo passo è sempre il più antico dei consigli all’automobilista: chiedete i codici ricambio (e non fatevi incantare dallo sconto possibile, desiderare di risparmiare è sempre legittimo ma rischiare salute e meccanica dell’auto per pochi euro è folle…)

    Obiettivo trasparenza

    Il secondo passo è riservato ai rivenditori: siate trasparenti. Le vecchie condotte da vero medioevo del commercio si scontrano sia con una più completa consapevolezza ed informazione del cliente, sia con restrizioni e provvedimenti punitivi conseguenti a procedure così scorrette. Ma quel che più sarebbe opportuno ed efficace istituire, secondo noi, dovrebbe partire direttamente dalla intera filiera industriale e commerciale del ricambio, di concerto con Anfia ed Organi Istituzionali preposti (Ufficio Italiano Brevetti e Marchi incluso, ad esempio), nella considerazione che il mercato della contraffazione (dannoso per l’economia legale ed elemento di svalutazione dell’intero comparto) non potrà che aumentare con il tempo il proprio grado di intrusione sul territorio con il crescere dei supporti web e logistici. E visto quanto vale il comparto nell’intera economia nazionale, una riflessione andrebbe fatta.

     

    Protocollo di filiera

    Osservatorio ricambiUn sistema di tutela potrebbe essere ad esempio un protocollo di filiera da articolare in sintesi attraverso :

    • Un vero e proprio osservatorio pubblico, partecipato da Istituzioni, Media e Imprese di settore, con una Banca Dati corredata dei diversi casi di contraffazione scoperti nel recente passato, con una conseguente “mappatura” per territorio, marchi, e pezzi contraffatti (e/o ad esempio rubati;
    • Un protocollo di tracciabilità che a partire dalle software house generi codificazioni accessorie a quelle proprie di prodotto, oppure strutturi l’utilizzo di supporti di tracciabilità (TAG, r-feed ad esempio) di più difficile contraffazione;
    • Infine un vero e proprio codice di trasparenza in ambito Retail, divulgabile tra acquirenti ed operatori in grado di qualificare e premiare i Rivenditori in linea con i requisiti minimi di trasparenza e correttezza commerciale.

    Utopia?

    Visti i numeri e la redditività di settore, potrebbe essere un obiettivo concreto. Perchè sul ricambio contraffatto l’unica via di uscita è fare sistema.

     

    Riccardo Bellumori

    ARTICOLI CORRELATI

    Ultime notizie