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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Honda e:Technology, l’ibrido che non c’era

    Le automobili ibride stanno avendo un grande successo, grazie a consumi mediamente contenuti, e quelle con Honda e:Tecnology promettono buone prestazioni. Si tratta di un sistema ibrido che introduce concetti nuovi – lo abbiamo visto in azione sulla nuova Honda Jazz – e una semplificazione spinta. La semplicità non va confusa con facilità e in effetti Honda e:Technology ha richiesto studi approfonditi. Diciamo subito che consta di un motore a benzina e due motori elettrici a magneti permanenti. Una serie di giunti permette di escludere e inserire a piacimento le varie unità.

    Honda e:Technology, uno schema innovativo

    Uno dei motori elettrici può collegarsi con la trasmissione e quindi trascinare le ruote mentre l’altro agisce da generatore. Quest’ultimo serve sia per ricaricare la batteria, funzionando come generatore trascinato dal motore a scoppio, sia per alimentare il motore elettrico di trazione. I già citati giunti permettono di implementare 3 modalità di funzionamento. Il powertrain Honda e:Technology, conosciuto anche come e:HEV, può funzionare in modo elettrico disinserendo il motore a scoppio e il generatore e attingendo energia dalla piccola batteria al Litio. La modalità ibrida prevede che il motore a scoppio azioni il generatore e l’energia prodotta alimenti il motore elettrico di trazione. Alle velocità più elevate le due unità elettriche vengono lasciate a riposo e il motore termico aziona le ruote attraverso una trasmissione a rapporto fisso.

     

    L’idea dietro l’Honda e:Technology

    Questo powertrain equipaggia anche la CR-V,  arriverà anche sulla HR-V e sembra estremizzare i concetti visti nel sistema Renault E-Tech. Se il sistema francese rinuncia a frizione e sincronizzatori conservando una trasmissione plurimarcia, l’Honda e:Technology elimina in toto  il cambio. Il motore a scoppio si collega infatti alle ruote con una riduzione fissa, eliminando quindi gli attriti di un cambio convenzionale. Anche il peso potrebbe essere contenuto mentre il motore a scoppio a ciclo Atkinson, economico di suo, lavora a regimi poco variabili e quindi con consumi ridotti. Si tratta quindi di un’altra innovazione che richiederà all’aftermaket le competenze tradizionali con quelle nuove, connesse all’elettrificazione.

    Nicodemo Angì

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