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sabato, 20 Aprile 2024
  • Guida autonoma consuma le automobili e sarà amica dell’aftermarket

    L’idea che guida autonoma consuma le automobili viene da una fonte autorevole.

    Si tratta di John Rich, Operations chief of Ford Autonomous Vehicles. Le sue parole: “la guida autonoma consuma le automobili: prevedo che dureranno soltanto 4 anni” sono infatti inequivocabili.

    Il concetto è semplice: le auto a guida autonoma saranno utilizzate così tanto da consumarsi rapidamente. L’usura accelerata fa anche respingere a Rich l’ipotesi di una possibile, futura diminuzione della domanda di automobili nuove.

    La cosa che mi preoccupa di meno in questo mondo è la diminuzione della domanda di automobili. Nel business della guida autonoma consumeremo un’auto ogni quattro anni, ha detto in un’intervista a The Telegraph.

    Ford crede nei servizi di mobilità

    Ford ritiene che la domanda di automobili nuove sarà sostenuta dalla guida autonoma che consumerà i veicoli con un risvolto sulla manutenzione La Casa di Detroit vuole creare una sua flotta autonoma per farla usare a terzi, consegnare merci e trasportare i suoi dipendenti. Il suo impegno è evidente: la sua consociata Argo AI, una startup acquisita poco tempo fa, sta testando questa tecnologia in cinque città USA. Ford crede molto in questa partnership e vuole svilupparla in una nuova grande struttura a Detroit. L’impegno dell’Ovale Blu quindi prosegue anche se il CEO Hackett ha di recente “frenato” sulla velocità dell’arrivo sulle strade delle auto-robot. Ma perché la guida autonoma consuma le automobili? Prima di spiegare questa affermazione occorre evidenziare un‘importante tendenza nel settore automotive privato. Diversi analisti hanno infatti lanciato l’allarme: l’industria potrebbe essere colpita da una diminuzione della proprietà privata. I motivi sono diversi: i costi, una certa disaffezione, soprattutto nei giovani, per il possesso, e la diffusione dell’idea della mobilità come servizio. L’avanzata di car sharing e ride hailing lo dimostra e la tendenza si accentuerà con le flotte di veicoli autonomi. Rich ha però osservato che le flotte di veicoli autonomi sarebbero molto economiche ed efficienti e il loro utilizzo sarebbe quindi più intensivo di quello delle attuali auto private, aumentando così l’usura. La sua idea è che: “Ogni prova, anche la più piccola, ci dice che quando si abbassa il costo per miglio aumentano le miglia percorse“. Ha poi osservato che “i veicoli autonomi economici aiutano le persone senza patente, i minori e quelli che abitano in zone poco servite dai trasporti”.

    A nostro uso e “consumo”

    guida autonomaIn effetti basta guardare le flotte attuali per capire le ragioni di chi ipotizza che la guida autonoma consuma automobili. Un ricambista di New York, per esempio, fa sconti agli autisti di Uber proprio perché essi “esauriscono” la garanzia chilometrica in pochi anni. L’età media dei taxi di New York nel 2017, del resto, è stata di 3,8 anni contro i quasi 12 anni del parco circolante degli Stati Uniti. L’interesse di Ford per la guida autonoma è coerente con il suo volersi trasformare in azienda di mobilità. In questo quadro ha creato Ford Autonomous Vhicles LLC e, nel novembre scorso, ha persino acquisito Spin, azienda focalizzata nello sharing di monopattini elettrici. L’interesse per le nuove tecnologie è dimostrata dall’idea di enti quale il TÜV SÜD, che sta pensando a una certificazione digitale per i veicoli autonomi e quelli elettrici. Rich ha inoltre detto che: “la commercializzazione iniziale dei veicoli autonomi sarà dedicata alle flotte“, una priorità coerente con la visione futura dell’azienda. Ma un altro suo pensiero è degno di nota, avendo evidenziato che i veicoli di oggi passano la maggior parte del giorno nei parcheggi. Un modello di business redditizio e sostenibile prevede che i veicoli autonomi camminino quasi tutto il giorno e quindi la trazione elettrica attuale, con i suoi tempi di ricarica, non sarebbe adatta.

    Abbasso il fermo macchina

    manutenzione guida autonomaQuest’idea non ci trova completamente d’accordo, dato che si sta lavorando su vari fronti per diminuire i tempi di ricarica mentre nascono servizi dedicati alle flotte. Il fatto che la guida autonoma consuma automobili in 4 anni potrebbe poi non valere per le automobili elettriche, che sono potenzialmente più longeve e bisognose di minore manutenzione. Questo potrebbe rendere le elettriche meno soggette al fermo macchina ma l’impiego intensivo nelle flotte autonome richiederebbe comunque più manutenzione rispetto alla auto private con lavorazioni specifiche che i meccatronici devono conoscere. Possiamo pensare che Ford non sia così convinta di virare sull’elettrico e voglia quindi continuare a costruire auto autonome ibride con motori convenzionali. Con le flotte ne venderebbe di meno ma la guida autonoma le consumerebbe di più e quindi turnover accelerato e manutenzione frequente manterrebbero la redditività. Le flotte autonome, ma anche i veicoli privati senza guidatore, percorreranno molti chilometri e si usureranno di più, richiedendo una manutenzione più frequente e molto specializzata: pensare a questi nuovi veicoli offre delle opportunità agli operatori aftermrket ma occorre prepararsi ai salti tecnologici che essi sottendono

     

    Nicodemo Angì

     

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