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venerdì, 29 Marzo 2024
  • Frena l’aftermarket automotive nel 2016

    In discesa il business dell’aftermarket automobilistico. Nel 2016, infatti, si registra una leggera flessione nel fatturato pari a 3,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente dove il trend era in crescita (+ 4,3%). Il dato emerge dall’ultimo report del barometro aftermarket di Anfia. Secondo l’analisi, l’andamento del mercato ricambi è stato altalenante. Ad un primo trimestre negativo (-2,8%), ha fatto seguito un secondo trimestre stabile (+0,03%), mentre nella seconda parte dell’anno si sono susseguiti un terzo trimestre in flessione del 5 per cento e un quarto trimestre ulteriormente in calo del 6,4 per cento.

     

    Crescono carrozzeria, motori, elettronica, undercar

    Guardando al trend delle singole famiglie prodotto, i risultati sono positivi. La crescita maggiore i componenti elettrici ed elettronici (+4,7%), che recuperano il calo del 7,4 per cento registrato nel 2015. Seguono i componenti di carrozzeria e abitacolo, in rialzo del 2,8 per cento dopo un 2015 che aveva chiuso a più 13,4 per cento, e i componenti motore che riportano una crescita del 2,5 per cento (+9,4% nel 2015), mentre i componenti undercar chiudono a più 1,4 per cento (+4,6% nel 2015).

    Contrazione a due cifre per i materiale di consumo

    Maglia nera per i materiali di consumo: qui la flessione è a due cifre (del 10,7% contro il risultato positivo del 2015: +2,5%).

    Cosa frena l’aftermarket

    Progressivo svecchiamento del parco circolante, la sempre più agguerrita concorrenza con la rete autorizzata delle Case auto (orientate a proporre ai clienti contratti di manutenzione ed estensioni della garanzia), la crescente diffusione dei fenomeni di condivisione dell’auto (che può aver influito sul ribasso delle percorrenze chilometriche di una parte dei veicoli privati). Per Paolo Vasone (nella foto), coordinatore della Sezione Aftermarket del Gruppo Componenti Anfia, questi gli elementi che, probabilmente, hanno inciso sfavorevolmente sulla sostituzione di alcuni prodotti. Ma non c’è da disperare. “Questa flessione – continua – non è da leggere come un fenomeno preoccupante, bensì congiunturale e legato ad un comparto dall’andamento ciclico. Il settore dei ricambi, di per sé, è in forte evoluzione e mantiene un elevato grado di innovazione e di qualità dei prodotti, come richiesto dall’elevata competitività del suo mercato. Ricordiamo, a questo proposito, che l’orientamento alla qualità, all’efficienza e all’affidabilità dei prodotti, caratterizza, in primis, l’approccio delle Case costruttrici, a cui è conseguito un allungamento del ciclo di vita di alcuni componenti. L’innovazione tecnologica e il ruolo sempre più centrale dell’elettronica e della telematica, inoltre, hanno contribuito a ridurre il margine d’errore umano negli interventi di manutenzione e riparazione o montaggio, implicando anche un importante adeguamento delle competenze del mondo dell’autoriparazione, sempre più impegnato nel posizionamento su un alto livello di servizio per la fidelizzazione dei clienti”.

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