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venerdì, 29 Marzo 2024
  • Biometano, quasi sconosciuto, ma fonte di nuovo business?

    Decreto 2 marzo 2018: “Promozione dell'uso del Biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti.” Inizia così, come intitolato, un dispositivo di legge che, “stretto” in mezzo a due muri tra il dibattito “pro o contro” il diesel e dall’altro lato dalla possibile evoluzione della mobilità elettrica, sembra non godere appieno dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica. Parliamo del Biometano. In effetti per capirci dovremmo partire dalle dovute informazioni su cosa sia in realtà il Biometano: quando il cosiddetto umido, viene trattato, attraverso passaggi successivi si può generare anche biogas per energia elettrica e termica. Ed ancora si può ottenere biometano utile anche per autotrazione.

    Biogas: dove il Belpaese è leader, non si deve sapere?

    impianto di biometanoL’Italia era già alla data del 2015 il terzo produttore al mondo, dopo Cina e Germania, di Biogas. Certo gran parte del merito va alla struttura naturale ed agricola del nostro Paese: la forte presenza di allevamenti, la imponente produzione alimentare ed agricola rendono gli avanzi della lavorazione della carne, della frutticoltura e dell’agricoltura la materia prima con cui imprese specializzate nel trattamento ottengono, tramite fermentazione anaerobica dentro recipienti a tenuta stagna,  il Biogas. Il biometano può alimentare, anche miscelato  con gas naturale, motori già funzionanti a metano sia per veicoli pesanti che per auto private. E già questa dovrebbe essere, di per sé, una notevole leva per far colpo su una massa di autovetture datate che compongono il nostro parco circolante. Per questo, confermando l’opinione all’inizio, di fronte a decise innovazioni di legge e di fronte al rinnovato interesse dell’Unione Europea rispetto ai carburanti alternativi ed ai Bio – carburanti, appare quasi un controsenso la mancanza di pubblicità sul tema e l’attenzione così catalizzata su mobilità elettrica e guerra al diesel.

    Il Consorzio Italiano Biogas

    impianto di biogasCome recita la dicitura sul Sito ufficiale del “ CIB – Consorzio Italiano Biogas ” questa è “ la prima aggregazione volontaria che riunisce aziende agricole produttrici di biogas e biometano da fonti rinnovabili; società industriali fornitrici di impianti, tecnologie e servizi per la produzione di biogas e biometano; enti ed istituzioni che contribuiscono alla promozione della digestione anaerobica per il comparto agricolo”. Al Consorzio aderiscono circa 500 aziende operative ed entro il prossimo 2030 l’obiettivo è praticamente quello di  riuscire a fornire sul territorio nazionale circa 2.300 impianti al fine di soddisfare le esigenze di consumo di almeno 1 milione di veicoli a metano. Diversi studi e comparazioni hanno reso infatti determinabile un confronto parametrico abbastanza realistico tra fabbisogno medio di una vettura a motore endotermico convenzionale e Biometan : con 70 chili di scarti alimentari si possono ottenere fino a 4 chili di Biometano, un quantitativo in grado di alimentare una auto media per circa 100 km di percorrenza. Prima ancora tuttavia del quadro normativo, regolamentare e delle autorizzazioni per la immissione in rete del Biometano, questo biocarburante per autotrazione (potenzialmente) potrà essere commercializzato e distribuito attraverso una rete provvisoria di automezzi muniti di bombola e/o cisterna. In questo caso tuttavia il Biometano dovrà essere trattato in forma di “CNG” (Gas Naturale Liquefatto), ottenuto sottoponendo a raffreddamento e condensazione il Gas naturale opportunamente filtrato e disidratato. La liquefazione infatti permette, a seconda del gas trattato, di ridurne il volume specifico anche di 600 volte rispetto alla condizione standard: questo permette stoccaggi e trasporti in spazi ridotti e a costi inferiori.

    Il Biometano darà una mano al business dell’autoriparazione?

    L’ecologia fa da traino all’occupazione, si sa. E anche alle iniziative di impresa. In questo caso ci pensa anche l’Europa, che per incentivare la produzione e il consumo di biocarburanti in Italia ha messo in bilancio una somma indicativa di 4,7 miliardi di euro, per i nuovi impianti di produzione Biometano operativi entro il 2022, a titolo di premio per compensare i costi di produzione e rendere competitivo il prodotto finale. Gli incentivi sono finalizzati, è bene sottolineare, alla produzione di biometano per autotrazione. A fronte di ciò, quali vantaggi ipotetici o quali nuove frontiere di business può generare la nuova frontiera del Biometano?

    Biometano: nuovo gas, vecchia auto. Davvero possibile ?

    riparazione autoI kit a metano “classico” (commutatore, centralina elettronica, iniettori, common rail gas, riduttore, filtro del metano,  presa di carico, Serbatoio, Multivalvola) presumibilmente dovrebbero essere funzionali, secondo la più moderna informazione data sul Biometano. Il biometano, infatti, non è soltanto compatibile con le infrastrutture esistenti, ma anche e con i moderni veicoli a gas naturale. Quello che però molto probabilmente potrebbe nascere sarà l’attenzione e il sentimento “trendy” che sul tema potrà generarsi: infatti il Biometano non solo rispecchia la coscienza ecologista più estrema nel rispetto di una piattaforma (il motore endotermico “classico”) più popolare. Ma inserisce nel dibattito la questione “nazionale”, cioè la possibilità di un propellente per autotrazione casalingo, in grado di sollevarci (in parte) dalla dipendenza energetica estera. Un tema di non poco interesse, non vi pare? E senza dubbio, un tema “trendy” nel settore auto porta come sempre nuovo business anche nel comparto dell’autoriparazione.

     

    Riccardo Bellumori

     

     

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