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venerdì, 19 Aprile 2024
  • Auto d’epoca nel cuore degli italiani e l’aftermarket approva!

    Immaginate di vivere nella Torino dei primi del ‘900: in una città molto più piccola di quella attuale c’erano circa 70 Case automobilistiche e più di 80 carrozzieri che hanno prodotto moltissimi ‘capolavori’, divenuti con il tempo incredibili auto d’epoca, che non sembrano conoscere crisi. In effetti, se molte di queste realtà erano piccole, il livello medio della loro produzione, dal punto di vista sia del design sia della raffinatezza meccanica, era piuttosto alto. Questa incredibile ricchezza si è poi dispersa ma per fortuna uno stuolo di appassionati ha recuperato e restaurato molti esemplari di quelle automobili leggendarie.

    Gli italiani partecipano

    auto d'epocaIn questo processo la filiera dell’aftermarket ha ovviamente un ruolo importante, che abbiamo visto ad esempio parlando del raduno delle Fiat 500 storiche. Per mettere meglio a fuoco l’entità del fenomeno e l’importanza che può avere, a diversi livelli, questa passione ci viene in aiuto un sondaggio che l’Istituto Piepoli ha condotto per l’ASI, l’Automotoclub Storico Italiano. Uno dei primi dati presentati è già molto interessante: il Valore Economico Annuo totale del motorismo storico italiano, riferito alle auto e moto d’epoca, assomma infatti a 2,2 miliardi di euro.  Questo valore, ingente in assoluto, diventa molto interessante pensando che il 52 per cento del totale riguarda la voce ‘gestione e manutenzione dei ‘veicoli’ mentre il 22 per cento è connesso ad ‘acquisizione e restauro dei veicoli’. Queste attività possono essere pensate anche in chiave elettrica: in Italia sono già inquadrate a livello legislativo e possono essere anche un nuovo ramo di business, come il retrofit elettrico delle ‘veterane. Un breve inciso: le auto d’epoca generano un indotto che, in Italia, è secondo soltanto a quello mosso dalla passione per il calcio. Il campione complessivo aveva un’età media di 43,7 anni, comprendeva soltanto i maggiorenni ed era equamente suddiviso rispetto al sesso.

    Il coinvolgimento è alto

    auto vintageLa prima domanda posta ai soggetti del campione voleva sondare era quanto alto fosse l’interesse per le auto d’epoca e il risultato è stato di rilievo: il 18 per cento si è detto ‘molto interessato’ mentre il 46 per cento lo è ‘abbastanza’. I ‘poco interessati’ sono il 24 per cento mentre i ‘per nulla interessati assommano al 12 per cento. È interessante il fatto che quelli che non sanno di cosa si parli sono soltanto il 2 per cento, segno che questa attività è nota praticamente a tutti; la sensazione è rafforzata dal fatto che il 72 per cento degli intervistati conosce qualcuno che possiede un’auto o una moto d’epoca. Notizie utili per gli operatori dell’aftermarket vengono poi dalla disaggregazione a vari livelli: gli uomini sono più interessati e la fascia di età più coinvolta è quella fra 35 e 54 anni. Le persone con i titoli di studio più elevati mostrano un interesse maggiore mentre il coinvolgimento più forte appartiene a Sud e Isole, che evidenziano un valore medio (scala da 1 a 4) pari a 2,89 contro il 2,76 del Centro, il 2,60 del Nordest e il 2,56 del Nordovest. Lo stesso andamento si presenta chiedendo della propensione all’acquisto di un veicolo d’epoca, che è maggiore fra gli uomini e le persone che hanno un titolo di studio più alto e che abitano nella zona Sud e Isole. In questo caso sono però le persone fra i 18 e i 34 anni ad avere quest’idea in misura maggiore, con un rilevante 54 percento.

    Eventi affollati

    restauro auto vintageÈ stato anche chiesto se nell’ultimo anno si è visto dal vivo qualche evento dedicato alle automobili o alle moto d’epoca in Italia e anche in questo caso il riscontro è stato positivo, con il 68 per cento che ha risposto affermativamente. La partecipazione è stata uniforme per le fasce di età e altalenante a seconda delle aree geografiche: se la percentuale è stata del 73 percento al Sud, si è avuto un 63 percento al Nordest, un 71 percento al Nordovest ed un 66 percento al Centro. È interessante conoscere anche il tipo di evento al quale si è assistito: il 74 percento è andato ad un raduno mentre più staccati sono state le fiere e le mostre (25 percento). Sotto al 20 percento gli altri eventi: gare di regolarità, rally storici e concorsi di eleganza hanno infatti evidenziato il 17, 13 e 8 percento rispettivamente. La domanda ‘assisterà ad eventi dedicati alle auto/moto d’epoca?’ ha infatti avuto il 26 percento di risposte ‘certamente si’ ed un notevole 53 percento di ‘probabilmente si’ mentre quelli che hanno detto ‘certamente no’ sono stati l’8 per cento. Quest’interesse è trasversale con le età: dai più giovani agli anziani la propensione variava da 2,93 a 2,99 su una scala da 1 a 4. La conclusione è quasi scontata: la filiera dell’aftermarket dovrebbe considerare le auto d’epoca con attenzione, ad esempio per i ricambi: ricordiamo il piccolo ricambista che ha movimentato in questo modo un magazzino di particolari ‘stagionati’ e il piccolo tesoro costituito da una vettura anziana. L’interesse per gli eventi che coinvolgono i veicoli d’epoca – che si traduce anche in effettiva partecipazione – suggerisce inoltre di ‘presidiarli’, accordandosi eventualmente con l’ASI e le sue sedi periferiche. Quest’associazione è infatti conosciuta dal 51 percento degli intervistati e ha la fiducia del 94 percento di chi la conosce.

     

           Nicodemo Angì

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