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martedì, 23 Aprile 2024
  • Assemblea ANFIA: uno sguardo su automotive e aftermarket

    Paolo ScudieriRoma, 4 dicembre 2018: la consueta assemblea pubblica ANFIA ha quest’anno una valenza particolare perché ha registrato il passaggio delle consegne fra Aurelio Nervo, in carica dal 2015, e il nuovo presidente Paolo Scudieri (nella foto). Questa staffetta ha significativamente riguardato esponenti della componentistica italiana. All'epoca della sua nomina a capo dell’ANFIA Aurelio Nervo era infatti, fra le altre cose, Senior Vice President of Business & Technology Development del gruppo SKF e membro di CLEPA mentre Paolo Scudieri è il CEO di Adler-Hp Pelzer, un componentista attivo in 23 Paesi con 15 mila dipendenti e collaborazioni con praticamente tutti i costruttori automotive. Il prestigioso componentista campano ha, per esempio, collaborato con Umberto Palermo per la realizzazione della Mole Costruzione Artigianale 001 su base Alfa Romeo 4C.

    L’oggi che si proietta sul domani

    Parco AutoLa relazione di Scudieri ha toccato diversi temi di attualità e le loro importanti implicazioni future. Il sistema-Italia dell’automotive, per esempio, è fortemente sbilanciato fra immatricolazione e produzione: le automobili prodotte sono il 38 percento di quelle immatricolate, nel Regno Unito il 66 e in Francia l’83 per cento: i Paesi in questa situazione importano quindi molte automobili e i relativi ricambi attengono quindi a Marchi esteri. In altri Paesi la situazione è rovesciata: in Germania le vetture immatricolate sono il 164 percento di quelle prodotte e in Spagna il 189 percento (occorre considerare che le immatricolazioni spagnole sono molto meno di quelle italiane) segno di un’industria che esporta molto. Un’altra ‘fotografia’ è data dalla composizione del parco circolante, costituito da un 38 percento di automobili ante Euro 4, un’aliquota significativa ‘esposta’ quindi alle limitazioni introdotte in molte Regioni del Nord Italia. Questo avrà conseguenze per l’aftermaket ma non sembra diminuire (in media, la situazione è a macchia di leopardo) l’interesse degli automobilisti verso le vetture diesel usate. Sui lavori si è anche allungata l’ombra del bonus malus delle emissioni di CO2 delle auto nuove, ancora in fase di definizione ma alquanto minaccioso

    Meno ottani, più elettroni

    auto elettricaMolto interessante è stato poi un passaggio di Scudieri: "La regolamentazione sta forzando l’industria a mettere in atto una radicale trasformazione in tempi record. Mirafiori (Storico stabilimento Fiat, N.d.R.) sarà la prima piattaforma full BEV – Battery Electric Vehicle – che costruirà la 500 elettrica: la transizione italiana inizierà da qui. Ma dobbiamo gestirla in modo intelligente e graduale, perché non possiamo sottovalutare il fatto che oggi il 41% della nostra manodopera diretta è impiegata nella produzione di auto a combustione interna e dei loro motori, e che, come ben visibile anche ad un occhio meno esperto, i veicoli elettrici hanno meno componenti e incorporano una tecnologia meno complessa. Nel percorso che ci accingiamo ad intraprendere, occorre innanzitutto prevedere un supporto per lo shifting tecnologico delle aziende che attualmente producono soltanto componenti per le motorizzazioni tradizionali. Bisogna individuare i «vuoti» della filiera per sviluppare in Italia attività manifatturiere legate all’elettrificazione e ai servizi di mobilità. Ed infine, dobbiamo valorizzare le competenze che la nostra filiera ha già sviluppato. Cito solo le eccellenze che già abbiamo nello sviluppo di motori elettrici per auto supersportive, nella produzione di inverter, sistemi di controllo potenza, statori e rotori e nei sistemi di monitoraggio attivo delle batterie".  Si tratteggia quindi un percorso che dovrebbe guidare la filiera italiana nella transizione verso nuovi modelli produttivi e di fruizione della mobilità. Queste innovazioni comporteranno anche tutta una filiera di nuovi ‘componenti’, compresa l’Intelligenza Artificiale e nuovi sensori.

     

    Condivise e ‘diverse’

    il futuro della mobilitàPensiamo per esempio al car sharing, citato da Nervo durante il suo intervento. La sua infografica ci parla di ben 357 servizi di mobilità condivisa, dei quali il 10 percento di car sharing e il 3 percento di car pooling; le vetture coinvolte sono circa 7.600. Sappiamo che le automobili condivise potrebbero cambiare l’industria e avere differenti esigenze di manutenzione, dato che sarebbero di meno ma farebbero più chilometri. L’elettrificazione evocata durante l’assemblea pubblica ANFIA descrive inoltre un mutamento che sarà prima graduale, dato che le ibride (leggi l’effetto delle ibride sui ricambisti) conserveranno il classico powertrain endotermico affiancato a unità elettriche, ma queste ultime sembrano poi destinate a prendere il sopravvento. Questa transizione, evocata efficacemente da Scudieri, ricadrà a cascata anche sull’aftermarket, offrendo anche altre opportunità come la trasformazione del negozio di ricambi in un ‘bazar’ o inserendo nel business la conversione all’elettrico di automobili convenzionali. Cosa dire, per concludere, se non che anche l’assemblea pubblica ANFIA conferma che i cambiamenti vanno previsti, seguiti e gestiti se si vuole rimanere profittevoli e sostenibili.

     

    Nicodemo Angì

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