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La nave gemella del transatlantico Titanic, questa volta sarà made in Cina. Clive Palmer, un miliardario australiano, il re delle miniere Clive Palmer e della capacità dei cantieri Csc Jinling di Nanchino, proprietà di Stato della Cina dal 1952, amante del lusso e dello sfarzo, con l’orgoglio tipico di un imprenditore di un paese emergente come l’Australia, ha annunciato di voler ricostruire il transatlantico da sogno, che affondò il 14 aprile 1912, schiantandosi contro un iceberg al largo della penisola di Terranova. Dopo oltre un secolo, dove sono naufragati anche tutti i progetti sulle possibili ricostruzioni, è dall’Oriente che arriva la notizia che nel 2016 sarà varato il Titanic II. Anche i transatlantici di questo calibro, che una volta erano il fiore all’occhiello delle flotte britanniche e americane, adesso non saranno più costruiti da capitalisti di Londra o New York. C’è un passaggio di testimone, che forse simbolicamente segna il sorpasso dell’economia orientale su quella occidentale, specchio anche della visione globale dell’andamento dei mercati attuali. Ogni dettaglio, sia tecnico che architettonico, sarà perfettamente imitato: dalla stazza di 46.328 tonnellate alla lunghezza di 269 metri, dalle quattro ciminiere nere agli arredi Luigi XVI della prima classe. Ripreso anche il nome della compagnia di navigazione: dalla White Star Line del secolo scorso all'attuale Blue Star Line. "Cambierà solo la tecnologia – ha rassicurato Ge Biao, direttore dei cantieri di Nanchino – che però, come ai primi del Novecento, risulterà la più avanzata sul mercato". Già esauriti i 2400 biglietti del viaggio inaugurale, tra loro ci sono amanti del revival, della fotografia e del famoso film di Di Caprio. Speriamo che stavolta, il Titanic nasca sotto una buona stella, e che non si verifichi più un disastro come quel naufragio, che causò la morte di 1518 persone.
Fonte : corrieredellasera.it
