“Macchia d’olio”: cosi’ e’ stato ribattezzato, in codice, l’intervento appena concluso dal Nucleo di polizia tributaria di Roma, impegnato a contrastare l’evasione fiscale nel commercio degli oli lubrificanti. Circa 200 militari, anche di altri reparti della Guardia di Finanza, sono stati chiamati ad eseguire, a Roma ed in gran parte del territorio nazionale, 50 perquisizioni presso abitazioni, societa’, stabilimenti industriali, depositi commerciali e uffici pubblici.
Le complesse indagini, coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, Luca Tescaroli, riguardano le attivita’ di un sodalizio criminoso – una dozzina gli indagati, in tutto – che, simulando la destinazione all’estero di grosse partite di lubrificanti, riusciva con facilita’ ad evadere l’imposta di consumo dovuta. Di fatto, i prodotti venivano immessi in consumo sul territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di appurare che solo nell’ultimo anno sono state sottratte al fisco entrate per circa 1,5 milioni di euro.
E’ stata inoltre individuata la rete degli incaricati della successiva vendita ”in nero” del prodotto, soprattutto ad officine ed autoricambi del centrosud. Accertati anche fenomeni di adulterazione dei prodotti commercializzati, che hanno causato seri rischi ad automobilisti ignari. In alcuni casi, infatti, e’ emerso che clienti di officine hanno lamentato malfunzionamenti e rotture anomale su vetture appena riparate: nei loro motori o impianti frenanti era stato impiegato un olio lubrificante miscelato abusivamente. Anche per questo, i finanzieri hanno prudentemente provveduto a sequestrare circa 90.000 litri di prodotto, rinvenuto in piu’ depositi, nell’attesa che gli esami di laboratorio ne stabiliscano l’effettiva composizione.
Articolo pubblicato su Adnkronos