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lunedì, 04 Dicembre 2023
  • Il mercato cerca la normalizzazione dopo la tempesta

    Il 2010 chiuderà sopra quota 1.950.000 targhe (-9% sul 2009). Dopo il primo trimestre positivo per gli incentivi, da aprile a settembre c’è stato un calo del 18% sul 2009, stesso periodo.
    È probabile che l’ultimo trimestre registri dati più bassi, perché gli ordini segnano un calo più alto, nel secondo trimestre i noleggiatori a breve hanno immatricolato circa 21mila auto più del 2009, fatto che non si ripeterà in autunno e, infine, le Case non spingono molto sui «km 0», che fino a giugno erano di più del 2009, ma lontani dai numeri del 2008 e 2007, mentre a settembre sarebbero stati circa 14.000 – però c’erano i rappel trimestrali per le reti estere: a ottobre e novembre la pressione sui «km 0» dovrebbe essere minore. Da segnalare che a fine settembre Marchionne, il numero uno di Fiat, ha previsto un 2010 a 1.918.000, per prudenza o per mandare il messaggio di non forzare i volumi oltre il lecito.
    Ci sono alcuni segnali da cogliere per il 2011, che saranno anche oggetto di confronto al summit «La Capitale Automobile» a Roma il 22 ottobre.
    L’automobile, come prodotto, esce da questa crisi tutto sommato tonico. Nonostante i problemi quotidiani legati all’uso (traffico, parcheggi, Ztl) e ai costi (carburante e assicurazione, questa ormai fuori da ogni logica), gli italiani sono ancora molto attratti dalle auto: dopo aver pompato tanto prodotto nelle famiglie italiane, nei 14 mesi della crisi peggiore degli ultimi 50 anni, da chiudere il 2009 come il 2008, registrare un calo del 20% nel "dopo-incentivi" non è né sorprendente né negativo.
    Eppure non basta al "sistema" auto. Sotto i 2.250.000 (media del decennio – che non tornerà) la rete distributiva è in grossa difficoltà, perché fragile economicamente e prosciugata finanziariamente. Gli esponenti delle case dicono che ci sarà una concentrazione frutto della selezione naturale. Però sanno bene che la tensione nella rete porterà squilibri anche da loro. La tolleranza passiva dei concessionari è uno dei fatti più rilevanti della storia, ma come tutte le cose umane non è infinita. Di fronte alla morte, e prima di essa, alzeranno la testa.
    Ecco perché le case non stanno a guardare e sono al fianco dei distributori, chiedendo interventi fiscali sulle auto aziendali per aumentare le immatricolazioni annue. Le imprese seguono un ciclo di sostituzione a 4/5 anni mentre i privati sono a 7/8. Bisogna verificare se e quale disponibilità ci sia nelle imprese di estendere la company car a chi oggi non ce l’ha, trasformando auto private in auto aziendali. È l’unica strada, perché lo stato può accettare minore pressione sulle auto aziendali solo se il gettito resta uguale, dunque aumentando il numero delle immatricolazioni annue.
    Le 200mila targhe in meno nel primo trimestre si faranno sentire. Dopo, più ci si allontanerà dagli incentivi (che hanno anticipato acquisti) e più il mercato tornerà a esprimere la normale domanda, in un quadro economico migliore. È prevedibile un 2011 sopra i 2 milioni, ma non di molto.

    11/10/2010
    ilsole24ore.com

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