L’ecologia oggi più che una moda sembra un prerequisito di ogni auto, un po’ come avvenne con la sicurezza negli anni passati. Solo che l’auto sicura, con le 5 stelle e tanta elettronica è una realtà, per l’auto davvero pulita il cammino è ancora lungo. Perché tanto ritardo? “Per noi – spiega Alice de Brauer, vice presidente strategic environmental planning di Renault
– l’attenzione all’ambiente è cominciata molto tempo fa, sin dal 1974 con il ridotto consumo di carburante della R5 al momento della crisi petrolifera. Dal 1995, Renault è attenta ad una tutela dell’ambiente che interviene sull’intero ciclo di vita e concepisce veicoli sempre più rispettosi dell’ambiente. Il 100% dei siti industriali Renault nel mondo è certificato ISO 14001, le nuove generazioni di Clio, Laguna e Mégane apportano una riduzione delle emissioni di CO2 di più del 30% e il 95% della loro massa è valorizzabile a fine vita.
Riguardo all'”auto pulita”, Renault ha una scelta strategica molto chiara sullo sviluppo di massa del veicolo elettrico a partire dal 2011″.
Va bene, però le case automobilistiche continuano a presentare a noi giornalisti prototipi elettrici, ma nessuno di questi è ancora entrato in produzione. Ci prendono in giro o prima o poi arriveranno davvero?
“La commercializzazione in serie dei nostri veicoli elettrici comincerà nel 2011 e sarà una realtà visibile attraverso il suo sviluppo di massa negli anni seguenti.
Avremo senz’altro l’occasione di far provare alla stampa dei prototipi prima di quella data”.
In questi ultimi anni di prototipi a idrogeno non se ne vedono più tanti. Perché secondo lei?
“Noi abbiamo fatto provare alla stampa in giugno 2008 una Scénic elettrica alimentata da una pila a combustibile e funzionante a idrogeno (Scénic ZEV H2). Lavoriamo attivamente nel quadro dell’Alleanza Renault Nissan su una serie di tecnologie, fra cui l’idrogeno. Tuttavia, pensiamo che, mentre il veicolo elettrico è la soluzione di domani (dal 2011), il veicolo a idrogeno sarà una soluzione per dopodomani (verso il 2020)”.
Quanto conta, dal punto di vista del marketing, avere in gamma una vettura ecologica? E, solo da questo punto di vista, è meglio avere una ibrida, una GPL o una metano?
“L’importante per Renault non è la scelta di una tecnologia ma i risultati ecologici che ne derivano. Questo è il fondamento fra l’altro delle firme Renault e Dacia eco².
Lavoriamo in una logica di ciclo di vita con l’obiettivo prioritario di ridurre le emissioni di CO2 (già nel 2008 stimiamo di produrre più di un milione di veicoli che emettono meno di 140 g di CO2), di diminuire gli impatti ecologici della fabbricazione dei veicoli e di creare il ciclo virtuoso dei materiali facendo in modo che il 95% della massa di un veicolo abbia una seconda vita. Una parte di essa venendo reintegrata nei componenti dei veicoli nuovi.
Riguardo al GPL, Renault propone una ricca offerta prodotto. Sul mercato del primo montaggio, in Italia proponiamo la Clio Storia, la Scénic e la Dacia Sandero, un’offerta con la quale realizziamo il 13% di quota di mercato. A ciò si aggiunge l’ampia offerta del GPL di secondo montaggio che, grazie alla nostra partnership con Landi Renzo, è disponibile su quasi tutti i modelli della nostra gamma”.
Sulla nuova Mégane avete adottato componenti valorizzabili a fine ciclo, pari al 95% della propria massa, ed integrate, già a livello progettuale, il
12% circa di materie plastiche riciclate, equivalenti ad una media di 22 kg. Fin dove ci si può spingere su questo fronte?
“Renault si pone l’obiettivo a partire dal 2105 di avere più del 20% di materie plastiche derivanti da riciclaggio. Questa cifra sarà raggiunta con un lavoro in profondità con i fornitori e le filiere di valorizzazione delle plastiche. In Febbraio 2008, Renault ha annunciato la creazione di una joint venture con SITA, filiale di Suez Environnement, che ha per obiettivo di diventare un protagonista del riciclaggio per garantire la valorizzazione del 95% della massa dei veicoli nel 2015 e una forte integrazione di materie plastiche riciclate nelle vetture di domani”.
Le case automobilistiche ci hanno sempre raccontato che le auto elettriche o super ecologiche non arrivavano perché il consumatore non era disposto a rinunciare a comfort (inteso come dotazione di gadget) e prestazioni. Lo scenario però sembra che stia cambiando. O no?
“Noi siamo consapevoli che i veicoli elettrici devono essere attraenti anche più dei veicoli termici, per convincere i clienti nel loro atto d’acquisto, anche se oggi la coscienza ecologica è molto più forte. Un veicolo elettrico può offrire un vero piacere di guida e un’accelerazione all’avvio superiore a quella di un motore termico. Oggi l’evoluzione tecnologica fa sì che i veicoli elettrici avranno confort e prestazioni di grande qualità”.
Renault si è portata a casa il dominio in tema di crash test con la gamma più grande di vetture a 5 stelle. Pensa possa fare lo stesso in tema di auto ecologiche? E se si, come?
“Il nostro know-how al servizio della sicurezza sarà ben inteso messo in opera anche sui veicoli elettrici. I veicoli elettrici risponderanno alle stesse norme di sicurezza dei nostri veicoli attuali”.
Articolo di Vincenzo Borgomeo pubblicato sulla Repubblica in data 10/10/08