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domenica, 03 Dicembre 2023
  • Ai ragazzi italiani piace andare a scuola in auto

    Nel 2013, il 39,5 per cento degli studenti italiani si è recato a scuola (o all’università) in automobile. In questa percentuale sono inclusi sia gli studenti che hanno utilizzato l’auto come conducenti (4,6%) che coloro che l’hanno utilizzata come passeggeri (34,9%). Negli ultimi venti anni, e cioè dal 1994 al 2013, la quota di studenti che si recano a scuola in auto ha guadagnato 8,1 punti percentuali, passando dal 31,4 al 39,5 per cento.  L’elaborazione dei dati, realizzata dal Centro Studi Continental su dati Istat, presenta anche un prospetto regionale.
     

    Fotografia regionale
     

    La regione in cui gli studenti utilizzano maggiormente l’auto per recarsi a scuola è la Toscana, dove l’auto è utilizzata dal 55,2 per cento degli studenti con un sostenuto incremento rispetto al 1994 (+18,3%). Alla Toscana segue l’Umbria (51,9%, con un aumento di 13,7 punti percentuali). Il podio regionale si chiude con l’Emilia Romagna (50,7%; la crescita sul 1994 è stata di 9,3 punti percentuali). In coda alla classifica delle regioni italiane troviamo la Puglia (29,5%), la Liguria (28,1%) ed il Trentino Alto Adige (19,9%).
     

    La Puglia in controtendenza
     

    Non tutte le regioni hanno fatto registrare una crescita della quota di studenti che vanno a scuola in auto: vi è una regione in controtendenza, e cioè la Puglia, dove si è passati dal 31,4 del 1994 al 29,5 per cento del 2013. Un’altra doverosa segnalazione va fatta per la regione che nel corso dei vent’anni presi in considerazione ha fatto registrare il maggior aumento della quota di studenti che vanno a scuola in auto: si tratta del Molise, dove l’aumento è stato di 19,7 punti percentuali.
     

    “La crescita della quota di studenti che utilizza l’automobile per andare a scuola, registrata negli ultimi venti anni, conferma– si legge in una nota stampa –  il ruolo fondamentale che l’auto gioca nel nostro Paese per la mobilità privata. Questa situazione sembra destinata a durare ancora a lungo, visto che le alternative all’uso dell’auto sono poco efficienti, e visto anche che la situazione di crisi economica non permette di effettuare gli investimenti necessari per ammodernare la nostra rete di trasporti e portarla allo stesso livello qualitativo di quella dei maggiori Paesi europei”

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