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mercoledì, 24 Aprile 2024
  • Meno vincoli e più sgravi per gli apprendisti

    Meno vincoli e più sgravi per gli apprendisti. Le vie della ripresa economica italiana passano anche, e soprattutto, per il lavoro. E’ pronta la riforma del Ministero. E queste sono le principali novità: niente più quote di stabilizzazione obbligatoria (20%) per poter assumere nuovi apprendisti per le aziende con più di 50 dipendenti; azzeramento della contribuzione (per i primi tre anni) anche per le imprese con più di nove addetti; “tutele crescenti” per consentire la risoluzione del rapporto durante la fase formativa (adeguando così l’apprendistato al nuovo contratto a tempo indeterminato introdotto con il Jobs act).
     

    Apprendistato
     

    Il ministero del Lavoro sta elaborando un pacchetto di proposte per rilanciare l’apprendistato di primo livello (per il conseguimento della qualifica o del diploma) e quello di terzo livello (per l’alta formazione e ricerca), che stentano a decollare. Non è un mistero infatti che il primo livello è praticamente marginale: secondo i più recenti dati disponibili, biennio 2012-2013, risultano iscritti ai percorsi formativi per la qualifica professionale appena 2.116 apprendisti (nel 90% dei casi si tratta di giovani inseriti nel sistema duale della provincia autonoma di Bolzano).
     

    I numeri
     

    Numeri ancora peggiori sul fronte dell’apprendistato di alta formazione: al 2011, ultimo monitoraggio Isfol, se ne contavano circa 200. Altri 150 sono ora in pista, grazie a Enel, con il progetto sperimentale di apprendistato a scuola previsto, fino al 2016, dal decreto Carrozza (e aperto, eccezionalmente, ai minorenni).
     

    Gli ostacoli
     

    Costi elevati per le aziende, troppa burocrazia, anche da parte delle Regioni, nessuna flessibilità su controllo e durata del percorso formativo, e concorrenza di altri rapporti di lavoro “atipici”, come i contratti a termine, i cocopro e la somministrazione sono stati e restano i principali freni a queste due tipologie di apprendistato, nonostante i ripetuti interventi normativi varati negli ultimi anni.
     

    I correttivi
     

    Di qui l’idea del Governo di apportare ulteriori correttivi utilizzando i decreti attuativi del Jobs act su riordino degli incentivi e dei contratti, attesi per fine febbraio.
     

                                                                                                              Rubrica a cura di www.piueconomia.it

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