Per realizzarla il governo comunista del Bengala occidentale ha recintato 1.000 acri di terreno coltivato a Singur, poco fuori della capitale, applicando una dimenticata legge coloniale dell´impero inglese risalente al 1894. Così p iù di 14mila contadini sono stati cacciati dalle loro terre e molti non sanno dove andare e come vivere perché sono stati costretti ad abbandonare i loro campi irrigati dove coltivavano riso, mostarda e patate. La Tata Motors dice che 10 mila contadini potrebbero trasformarsi in operai nella nuova fabbrica in costruzione e molti agricoltori hanno accettato miseri indennizzi dietro la promessa di essere assunti. I corsi di formazione sono già iniziati e Tata Motors tratta bene i dipendenti rispetto ai bassi standard asiatici, ma migliaia di contadini non potranno comunque essere assunti e molti non vogliono abbandonare la loro terra ed hanno organizzato una resistenza disperata davanti al cantiere della fabbrica.
In una intervista all´agenzia cattolica Asia/News Mamata Banerjee, capo dell´opposizione alla fabbrica spiega che la protesta non è contro lo sviluppo industriale, ma vuole che «si debbano usare terreni non agricoli». Ma il governo del Bengala occidentale dice che i terreni non agricoli sono scarsi e che a Singur la terra è comunque poco produttiva, i contadini ribattono che fanno anche 5 raccolti di patate all´anno.
La Tata Motors ha forti legami con la Fiat e dal marzo 2006 distribuisce alcuni modelli dell´industria italiana in India ed espone nei propri saloni anche il logo Fiat, inoltre l´accordo tra le due case automobilistiche prevede ulteriori collaborazioni « nelle aree dello sviluppo prodotto, della produzione e nell´approvvigionamento di componenti». Tata Motors si occupa del marketing e della distribuzione della Palio e della Siena, i due modelli attualmente prodotti dalla casa torinese in uno stabilimento vicino a Mumbai (Bombai).
Il Gruppo Tata, è una della maggiori imprese indiane, nel 2005-06 ha dichiarato affari per 967,229 miliardi di rupie (21,9 miliardi di dollari), il 2,8% dell´intero Prodotto interno lordo indiano e oltre alla Tata Motors controlla anche la Tata Steel, che è diventata la quinta potenza metallurgica mondiale dopo l´acquisizione dell´anglo-olandese Corus Group.
Articolo pubblicato sul sito www.greenreport.it in data 02/02/07