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giovedì, 25 Aprile 2024
  • La Brexit quanto influenza il settore automobilistico britannico?

    Il settore automobilistico britannico detiene da sempre il primato nelle esportazioni, con un totale di circa 50 miliardi di dollari di vendite annuali. La Gran Bretagna esporta in Unione Europea il 54 per cento delle auto prodotte. Questo per dire che, successivamente ai cambiamenti ultimi relativi alla Brexit, il settore automobilistico britannico pioniere nelle esportazioni ha subito non pochi danni a partire da un calo della produzione e anche delle vendite interne, causa di un rallentamento dell’economia.

     

    La Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt) ha estrapolato alcuni dati interessanti:

    • la produzione è scesa del 3 per cento a 1,67 milioni di auto tanto che l’obiettivo di raggiungere quota 2 milioni entro il 2020 è stato messo da parte;
    • gli investimenti sono calati del 34 per cento a 1,1 miliardi e si lega questo insuccesso alla Brexit, inevitabilmente.

    Da ilsole24ore.com possiamo leggere una serie di dichiarazioni, come quella di Mike Hawes, Ceo della Smmt: “Serve chiarezza al più presto sull’accordo di transizione per permettere alle imprese di prendere decisioni sugli investimenti”.

    Le tariffe dell’importazione preannunciate dalla Brexit farebbero salire di 1.500 sterline il costo di un’auto europea venduta in UK.

    “Abbiamo bisogno di un accesso senza restrizioni al mercato unico della Ue” – continua Hawes – “Questo è essenziale non solo per l’import/export di auto, ma anche per gli scambi di componenti che sono essenziali per la produzione di auto”.

    L’industria automobilistica britannica dovrà sostenere degli aumenti di costi tra il 5 e il 13 per cento, l’esatta percentuale verrà dichiarata successivamente in base agli accordi raggiunti tra Londra e UE.

    E il Giappone?

    I produttori giapponesi, che hanno scelto la Gran Bretagna come base europea prediletta per gli accessi al mercato unico europeo fin dagli anni ottanta, si mostrano preoccupati anche per le loro sorti. La premier Theresa May ha provato a tranquillizzarli, ma è stato invano.

    “Nessuna società giapponese potrà restare in Gran Bretagna se non potrà operare in modo redditizio, – ha affermato, non preoccupandosi di utilizzare il consueto linguaggio diplomatico, l’ambasciatore giapponese, Koji TsuruokaBrexit è una scommessa ad alto rischio”.

    Anche il chief executive di Nissan, Carlos Ghosn, aveva chiesto un incontro con la May per avere delucidazioni in merito alla situazione in quanto interessato a fare degli investimenti a Sunderland, ma le risposte di rassicurazione ricevute non sembrano rassicurare davvero.

    La May riuscirà a mantenere le promesse fatte a Nissan ed al Giappone? Soprattutto, la Gran Bretagna riuscirà a mantenere il primato nonostante i cambiamenti prospettati?

    Di seguito alcuni grafici, realizzati da SMMT, a dimostrazione dell’importanza che la Gran Bretagna ha nel mercato europeo e mondiale.

     

    Costanza Tagliamonte

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