DI STEFANO BELFIORE
L’aftermarket nazionale cammina con il freno a mano tirato.
Dall’esame analitico di Silvano Guelfi (nella foto), responsabile scientifico dell’Osservatorio di Mercato IAM Italia del Politecnico di Torino, vien fuori una fotografia di certo non esaltante e sorridente per il nostro aftermarket indipendente nel 2019. Diverse le cause dello stop: dalla consistente reazione della rete ufficiale alla minore rilevanza del bene auto. E sul prossimo biennio gli andamenti saranno, molto probabilmente, in linea con quelli registrati quest’anno.
Professore, qual è il bilancio che ci consegna il 2019?
Il 2019 dell'Independent AfterMarket Automotive registrerà una performance negativa di fatturato compresa tra il -4% e il -5%. Questa flessione è guidata dalla contrazione dei volumi e dei prezzi e tra le molteplici cause si possono identificare la consistente reazione della rete ufficiale, la minore disponibilità economica dell'utente finale, la progressiva innovazione del prodotto auto, la minore rilevanza del bene auto tra i consumi degli utenti più giovani e metropolitani.
Gli orizzonti futuri, a suo avviso, come saranno. Che previsione di sente di fare in proposito?
Il prossimo biennio sarà caratterizzato da performance sostanzialmente allineate a quelle del 2019 grazie soprattutto, e nonostante le ragioni dette prima, al costante miglioramento organizzativo e di offerta della Produzione e Distribuzione IAM.