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venerdì, 29 Marzo 2024
  • L’auto corre se si recupera la capacità di spesa degli italiani

    DI STEFANO BELFIORE

    Recuperare la capacità di spesa, riducendo la pressione fiscale ed eliminando anche qualche accisa sui carburanti. Così si incentiva l’acquisto, facendo tornare a correre il mercato nazionale dell’auto. E’ la strada che indica Alessandro Vai (nella foto), giornalista specializzato nel settore motori e che collabora con Ansa Motori e Sicurauto.it. Lo abbiamo intervistato per avere un quadro ed una opinione precisa sull’universo delle quattro ruote. Un comparto alimentato dal serbatoio della tecnologia sempre più presente fuori e dentro l’abitacolo. Secondo Vai,  l’innovazione deve andare di pari passo all’intelligenza ed alla maturità del conducente. “Quante auto – dice – sono ormai dotate del vivavoce bluetooth di serie e quante persone vediamo ancora con il cellulare attaccato all’orecchio?”. Ma non ‘rinnega’ la valenza della tecnologia. Anzi auspica su questo fronte la diffusione del sistema di frenata di emergenza automatica. “Che può – sottolinea – fare davvero molto bene, sia al portafoglio che alla salute degli utenti della strada”.

     

    Gli ultimi dati del ministero delle Infrastrutture fotografano un moderato trend positivo del settore italiano dell’auto sul fronte immatricolazioni. Ma ancora strutturalmente debole e lontano dalla perfomance di una volta che Anfia quantifica in  circa 1,8 milioni di unità immatricolate all’anno. A suo avviso, qual è la strada per la ripresa? 

    La via per la ripresa del mercato italiano dell’auto passa necessariamente da un recupero della capacità di spesa delle famiglie italiane. Il moderato trend positivo del 2013 è da imputarsi principalmente al rinnovo dei parchi auto dei noleggiatori, mentre la quota dei privati ha toccato i minimi storici e la fiscalità sulle auto aziendali è la più svantaggiosa di tutta Europa. Credo che il problema sia molto semplice: gli italiani comprano sempre meno auto nuove perché non possono permettersele.
     

    Nel decreto legge Sblocca Italia è probabile che ci sia un ritorno agli incentivi per l’acquisto dell’auto. Ma all’Ad di Fiat Chrysler Automobiles, Sergio Marchionne, non piace questa ipotesi perché drogherebbe il mercato. Lei cosa ne pensa a riguardo?

    Tendenzialmente sono d’accordo con Marchionne, con qualche eccezione riguardo ai veicoli a bassissimo impatto ambientale, come le auto plug-in hybrid. Gli incentivi non sono la soluzione. Come dicevo pocanzi, se una persona non può spendere 14.000 euro, facilmente non potrà spenderne nemmeno 10.000.
     

    Una soluzione per il rilancio del settore potrebbe essere la riduzione della pressione fiscale su famiglie ed imprese?

    Sarebbe sicuramente un’ottima soluzione, come sarebbe molto intelligente eliminare qualche accisa sui carburanti, la benzina a 1,80 euro è un disincentivo molto forte all’acquisto.
     

    Soffermiamoci sul capitolo innovazione. L’auto fa sempre più rima con tecnologia. Oggi non si parla solo di guida automatizzata. Ma anche di avanzati sistemi di comunicazione in grado di prevenire incidenti, ridurre il traffico e migliorare la sicurezza stradale. Andando di questo passo, che tipo di car intelligente immagina in un domani non tanto lontano?

    Il problema dell’auto intelligente è rappresentato dalle pessime abitudini della gran parte dei conducenti. Quante auto sono ormai dotate del vivavoce bluetooth di serie e quante persone vediamo ancora con il cellulare attaccato all’orecchio? Tralasciando questo, spero e auspico la massiccia diffusione del sistema di frenata di emergenza automatica che può fare davvero molto bene, sia al portafoglio che alla salute degli utenti della strada.
     

    Meno automobili in circolazione e sempre più ecologiche. Sarà questa la mobilità del futuro? In tal caso, uno scenario di car ecofriendly e di motori più piccoli che effetti potrebbe avere sul classico modello di mercato fatto di auto potenti e benzina?

    In alcune aree ben definite del pianeta, forse si, ma a livello globale credo di no, visto che le stime per i prossimi anni parlano di 100 milioni di nuove auto all’anno a livello globale. Da noi le auto potenti a benzina sono bandite da diverso tempo, ma in molte parti del mondo sono la regola, così come il diesel è un fenomeno tutto europeo. 

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