Bologna per 5 giorni capitale dell’aftermarket internazionale
DI STEFANO BELFIORE
E’ il ‘day one’ di Autopromotec 2015. Fino a domenica 24 maggio, l’aftermarket italiano ed internazionale si trasferirà a Bologna per mostrare plus e potenzialità del settore. La rassegna restituirà un metro di misurazione reale di quello che è lo stato di salute dell’intera filiera composta da produttori, distributori e ricambisti. Un universo in grado di incidere positivamente sia nel macro comparto dell’automotive che, più in generale, sulle performance dell’economia nazionale. Se si considera, ovviamente, lo spaccato aziendale che è vivo ed opera nello Stivale. Parlare di best practices made in Italy non sarebbe assolutamente azzardato. Perché tante sono le produzioni in house concepite con estrema qualità, precisione ed efficienza. Canoni lavorativi alimentati da un’importante sorgente: l’innovazione. Quante volte, intervistando gli uomini d’impresa che abitano questo mondo, abbiamo avvertito palesemente un modus operandi che ha il suo core nella tecnologia più avanzata applicata sia al processo che al prodotto. Strategico crocevia da cui prendono corpo e sostanza numerosi produttori di componenti per l’aftermarket autorizzato ed indipendente in grado, innanzitutto, di rendere l’auto sicura e, parallelamente, di farsi apprezzare nei mercati endogeni ed internazionali. Poi c’è la realtà dei distributori. Altra ‘faccia della medaglia’ che brilla della stessa luce in termini di managerialità, organizzazione di vendita e policy commerciale. Anche qui non manca il vettore della tecnologia. E-commerce virtuosi, magazzini potenziati con macchinari avanzati per l’evasione celere degli ordini: solo alcuni esempi di quanto l’innovazione sia dentro anche a questo ecosistema di player. Che sanno fare customer care, che sanno scegliere la propria rete vendita, che sanno investire nelle giuste piazze d’affari. E che sanno fare partnership strategiche. Ponti cooperativi che sempre più si stanno edificando nell’ultimo periodo. Certo non è tutto rose e fiori. Non mancano le criticità interne. Come la concorrenza d’oltreoceano e, in molti casi, la piccola dimensione delle aziende che impone un adeguato e, soprattutto programmato, passaggio generazionale per la continuità d’impresa. Ma questa è un’Italia che produce. Che rientra nel concetto, prima espresso, di made in Italy. Non solo l’agroalimentare, come tutti siamo abituati a pensare. Ma anche l’aftermarket automotive fa parte del paniere delle eccellenze nostrane all’estero. E’ ora, dunque, che la filiera venga sostenuta fortemente con politiche governative in grado di moltiplicare il quoziente di forza, intervenendo sulle buche da colmare, evitando spiacevoli off road. Nella biennale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico gli attori dell’autoricambio (ben 1.587 espositori provenienti da 47 Paesi) si incontreranno. Più forti di due anni fa. E con tanta voglia di costruire un futuro di grandi opportunità. Buon Autopromotec a tutti!