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mercoledì, 24 Aprile 2024
  • Tassazione auto aziendali: cambiamenti infiniti per una norma controversa

    auto aziendaliNon si fa altro che parlare in questo periodo di tassazione auto aziendali.

    La situazione economica italiana e un bilancio statale precario impongono al Governo la necessità di trovare fondi, anche aumentando le tasse sulle auto aziendali. Si tratta di un settore particolare che ha in qualche maniera sostenuto la vendita delle automobili durante questi anni difficili. Secondo ANFIA nel 2018, per esempio, le auto immatricolate da società sono state il 44,8% del totale e di queste il 18,4 è stato di società proprietarie e il 22,7 per il noleggio. Le auto aziendali sono date ai dipendenti, quadri e dirigenti come benefit e/o come veri e propri strumenti di lavoro. Attualmente la loro tassazione è del 30%, nel senso che concorrono alla formazione del reddito complessivo per il 30% del loro valore. Nel Documento programmatico di bilancio 2020 leggiamo infatti testualmente: “Incremento dal 30% al 100% nella determinazione della base imponibile ai fini IRPEF del reddito ritraibile per le auto aziendali più inquinanti”.

    Aiutiamo l’ambiente

    tassazione auto aziendaliNotiamo quindi che, sin dall’inizio, l’aumento al 100% era applicato soltanto alle automobili meno pulite, a differenza da quanto riportato da varie fonti d’informazione. Non è un caso che questa linea guida faccia parte della sezione “Promuovere la sostenibilità dell'ambiente”. A questa sezione appartiene anche l’altrettanto controverso progetto di ridurre il contributo sulle accise per gli impieghi professionali: “Eliminazione del beneficio sul gasolio utilizzato per il trasporto di merci e passeggeri dei veicoli di categoria Euro3 + Euro4 dal 2021”. Si tratta della rimodulazione di quei sussidi dei quali avevamo parlato insieme agli incentivi auto; notiamo comunque che anche incentivare la manutenzione migliora la sostenibilità.  La proposta di portare al 100% del valore dell’auto aziendale il concorso al reddito ha però sollevato un coro di critiche.

     

     

    Effetti collaterali

    Per esempio Aniasa, l'associazione che rappresenta le imprese di noleggio, si è detta assolutamente contraria ad un provvedimento che porterebbe a un aumento del reddito e quindi delle tasse. È sempre Aniasa a prevedere “erosione delle retribuzioni dei lavoratori, possibile crollo delle immatricolazioni del noleggio a lungo termine (circa 60.000 unità in meno previste per il 2020), 260 milioni di minori entrate per Erario e Enti Locali e pesanti ricadute su tutto il comparto automotive”. Massimiliano Archiapatti, presidente Aniasa, rafforza l’idea: “in questo modo si rischia di allungare l’età media delle auto aziendali, oggi di circa 4 anni, con ricadute ambientali, sul mercato automotive e sul gettito fiscale. Se si vuole far cassa con l’auto aziendale ribadiamo che ricetta giusta è ripristinare il superammortamento, una misura che nel recente passato ha fruttato per ogni euro concesso tre euro di entrate per Stato e Enti locali". Ancor più drastico è stato Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager. "È l'ennesima stangata che mortifica il lavoro dipendente. Siamo cittadini e contribuenti di un Paese che trasforma fringe benefit in penalizzazioni". Una nota congiunta di Anfia, Assilea, Federauto e Unrae ha poi evidenziato che “l’auto aziendale non è un privilegio per ricchi, ma uno strumento di lavoro, a volte insostituibile, e la prova è che il 72% del mercato è composto da vetture dei segmenti A, B, e C. Le aziende vedrebbero inoltre aumentare gli oneri contributivi e per il TFR, con ulteriore penalizzazione competitiva”.

    Ascoltare le associazioni

    Queste proteste, abbastanza condivisibili, sembrano aver avuta una certa eco nel Ministero Economia e Finanze. il Mef ha infatti precisato a fine ottobre che lla tassazione sulle auto aziendali rimane al 30% per le ibride ed elettriche e sale al 60%, pari alla media dei Paesi Ocse, per i veicoli convenzionali che emettono fino a 160 g/km di CO2 (è la stessa soglia dell’Ecotassa). Il paventato 100% si applicherebbe solo alle automobili che superano questa soglia; rimangono al regime attuale i veicoli utilizzati a fini commerciali. Notizie più recenti parlano di un’apertura del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a modifiche. Durante l’audizione sulla manovra finanziaria davanti alle commissioni di Camera e Senato il Ministro ha infatti precisato: “È giusto che la riforma del regime fiscale sulle auto aziendali non sia retroattiva e coinvolga quindi chi ha già scelto. È una misura ambientale, che serve al rinnovamento del parco auto, ma va migliorata per evitare che si traduca in un aumento delle tasse per i dipendenti”. In ogni caso la manovra subirà vari passaggi alla Camera e al Senato e potrà cambiare anche molto, fino a sparire, come caldeggiato da Italia Viva; appare comunque probabile un rinvio di 6 o 12 mesi per la sua applicazione.

    Nicodemo Angì

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