L’obiettivo è di rendere il più funzionale possibile un abitacolo declinato al comfort ed alla tecnologia, così a partire dagli anni ’90 Opel ha deciso di costruire la nuova Zafira lanciando una sfida difficile ed ardua.
Rendere la monovolume versatile e capiente, con poche e semplici operazioni trasformarla da comodo veicolo a 7 posti in un’ampia vettura con due posti ed un immenso bagagliaio: questo il passo decisivo che compie Opel grazie al sistema Flex7 .
In poco tempo è possibile riporre la terza fila di sedili per lasciar spazio a 5 passeggeri ed a un vano bagagli più che ampio, ma per coloro che hanno esigenze varie e diverse, sono ben 39 le possibili configurazioni date dal Flex7 .
Per ripiegare i sedili posteriori è stato creato un vano dove alloggiarli senza per questo rubare spazio all’abitacolo.
L’idea degli ingegneri tedeschi era vincente: anziché ripiegare il piano e gli schienali dei sedili della terza fila separatamente, come di solito avviene sui camper, questi avrebbero potuto annegare verso il baso grazie ad un meccanismo a braccio oscillante attaccato ai due lati del piano sedile.
Per fare posto a questo meccanico, il divanetto della seconda fila, sdoppiatile asimmetricamente, scorre in avanti di 200 millimetri grazie a un sistema di guide a rotelle, per poi ritornare nella posizione iniziale una volta conclusa l’operazione.
Nonostante tutto gli ingegneri Opel hanno dovuto riposizionare serbatoio carburante, ruota di scorta e impianto di scarico.
Una vettura la Zafira che già nel 1990 era innovativa e che oggi continua a proporre soluzioni geniali e pratiche.
Marco Lasala