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martedì, 23 Aprile 2024
  • Pubblicità comparativa: Alfa Romeo provoca Audi, BMW e Mercedes?

    Dopo la presentazione al Salone di Ginevra 2015, l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio (leggi l’articolo su inforicambi.it) sta per arrivare nelle concessionarie italiane e si è presentata con uno spot che, secondo alcuni, risulta essere troppo esplicito, eppure pare aver sortito effetti positivi.

    Lo spot in questione si classifica come ‘pubblicità comparativa’.

    La rinomata casa automobilistica italiana ha esordito con “la soluzione più semplice sarebbe scegliere una berlina tedesca”. La nuova berlina del Biscione provoca le tradizionali tedesche attraversando, con eleganza, le strade di Milano lanciando una piccola sfida ai suoi principali competitor: Audi, BMW e Mercedes.

    Si innalza, si distacca, si distingue dalle solite berline che prediligono l’estetica più che le potenzialità meccaniche. Si pone un gradino più in alto senza ricorrere ad implicite metafore o complicati giochi di parole, definisce con chiarezza e schiettezza la sua posizione e superiorità, tralasciando soltanto di citare brand specifici (non sarebbe stato necessario!).

    Esempi di pubblicità comparativa nel settore automotive

    Alfa Romeo non è l’unica ad aver scelto questo tipo di comunicazione pubblicitaria. Un derby si è giocato in passato tra Audi e BMW. Anche Fiat realizzò uno spot sulla Punto 2012 che fu decisamente irriverente, prendendosi gioco di Ford, Volkswagen e Mini, ma riuscì a farlo discretamente e utilizzando anche un pizzico di ironia che in certi casi smorza l’aria di sfida e competizione.

    In occasione della nuova campagna televisiva che aveva come tema la sicurezza dell’automobile, Renault è stata ancora più sfacciata mostrando, all’interno dello spot, 6 brand di altre case automobilistiche dalle quali palesemente tenta di allontanarsi, presentandosi come l’auto più sicura.

    Regolamentazione giuridica

    Sul piano giuridico, in Italia, la pubblicità comparativa è regola da una normativa in vigore dal 2000 (DLGS. N.67/2000). Come sancito anche dall’AGCOM questo tipo di pubblicità, che avviene solitamente tra produttori di servizi con caratteristiche omogenee, è consentita a patto che non sia ingannevole e che non leda l’immagine del competitor. Negli States la situazione è differente, la pubblicità comparativa è consentita quasi senza limiti, prevedendo molta più libertà nel citare e screditare altri brand.

    Dunque c’è chi crede che la comparazione in alcuni casi sia necessaria, che sortisca un effetto positivo e chi invece appoggia la teoria secondo la quale il confronto, talvolta troppo esplicito, possa fare da boomerang. Probabilmente nel settore dell’automotive funziona, essendo un ambito di interesse maggiormente maschile, per cui la sfida, la provocazione, la competizione possono risultare più coinvolgenti e portare alla persuasione. 

    A cura di: Costanza Tagliamonte

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