Tutto è cominciato otto mesi fa, quando sotto la lente di ingrandimento dei PM sono finite le "anomalie" relative alle radio trasmittenti di servizio. La squadra di investigatori messa insieme dentro lo stesso comando, nell´ambito del Nucleo di polizia giudiziaria, accerta che si sono moltiplicate le segnalazioni di colleghi che dicono di aver perso gli apparecchi in dotazione. La ragione? Non si tratta di smarrimenti accidentali. Le radio, appurano sempre i detective del comando, vengono affittate a carrozzieri compiacenti, in modo che sentano in diretta le comunicazioni relative a incidenti stradali e si fiondino agli indirizzi segnalati per rimuove i veicoli coinvolti. Si accerta anche che alcuni Vigili Urbani torinesi avrebbero prestato le radio a loro assegnate mentre erano di riposo o fuori turno. In cambio, per una settimana di noleggio, avrebbe avuto e intascato 400 euro a "pezzo".
I riflettori accesi all´interno del corpo dalla stessa polizia municipale, su comportamenti non ortodossi di un pugno di uomini e violazioni da codice penale, stanno illuminando anche altri scenari ritenuti a rischio, ambiti di lavoro che possono aver indotto in tentazione. Gli ordini dall´alto, al quartier generale di via Bologna, sono tassativi: verificare, incrociare carte e documenti, fare le pulci a pratiche e atti d´ufficio.
L´inchiesta madre, coordinata in procura dai sostituti procuratori Carlo Pellicano e Alessandro Sutera Sardo, sta gemmando un filone collegato, sempre relativo a presunti rapporti privilegiati tra un pugno di Vigili Urbani, carrozzieri e soccorritori stradali: il mercato nero di pezzi di ricambio e di accessori smontati da macchine poste sotto sequestro, di quelle che con frequenza sospetta sono andate a fuoco.
Il personale sotto accusa per l´indagine madre, ristretta la rosa iniziale di venti, sono sette. Per la faccenda delle radio-trasmittenti cedute per denaro dovranno rispondere, sempre che le tesi investigative si consolideranno e si arriverà a giudizio, di corruzione e di peculato. Per ora restano tutti in servizio, nei loro reparti. Nessun trasferimento, niente sospensioni. L´ufficio personale del Comune dice non aver preso alcun provvedimento contro di loro, teoricamente possibile in via amministrativa e disciplinare, semplicemente perché non conosce ancora i nomi dei dipendenti indagati. E l´intera inchiesta, destinata ad avere accelerazioni, è stata secretata dalla procura.