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martedì, 16 Aprile 2024
  • Dino Paoli: campione in Formula 1

    DI STEFANO BELFIORE

    Non è certo un caso se Francesca Paoli (nella foto con il pilota Alex Zanardi) è stata inserita, dalla nota rivista Quattroruote,  fra i dieci personaggi dell’anno per il mondo dell’auto, scelti per l’impegno, il coraggio, le idee e le innovazioni con cui hanno saputo affrontare la crisi. L’Ad guida la Dino Paoli Srl, impresa di Reggio Emilia operante nella produzione di avvitatori pneumatici a impulsi ed accessori. Un’azienda che, per qualità di prodotto, vocazione tecnologica ed efficienza del servizio, vanta una posizione di leadership nello specifico mercato nazionale con significative aperture nel panorama mondiale. Dal 1975, il brand corre anche sulle importanti piste della Formula 1 legate al pit stop equipment, annoverando fra i suoi clienti anche il celebre marchio Ferrari. Per, poi, conquistare il Motorsport statunitense, dotando dei suoi innovativi avvitatori e degli accessori i team della Formula Irl e Alms. “Ora – annuncia Paoli – stiamo puntando sulle americhe e il Canada, dove il settore minerario, automotive, come quello dell’industria,è in crescita esponenziale”.
     

    Più di 40 anni di esperienza maturata nel settore nella produzione di avvitatori pneumatici ad impulsi e accessori. Con questo background, oggi la Dino Paoli che posizione di mercato occupa e detiene?

    Il nostro fatturato ammonta a quattro milioni di euro e destiniamo all’esportazione il 70 per cento dei nostri prodotti in Europa, Asia, Russia, Giappone, Australia, Cina e Sudafrica. La nostra produzione è collegata non solo al motorsport ma anche all’ambito dell’automotive, ovvero alla riparazione di veicoli di tutti i tipi. Inoltre, operiamo nel filone industriale, producendo avvitatori per l’edilizia e per l’esigente settore minerario. Siamo una grande famiglia. Tra ingegneri, impiegati e operai contiamo in tutto trenta dipendenti. Una squadra affiatata che lavora da anni, puntando su ricerca tecnologica, competenze elettroniche, meccaniche, informatiche, per far sì che il proprio brand cresca e occupi nel tempo nuovi mercati.
     

    L’azienda è fornitrice ufficiale della Ferrari per i Gran Premi di Formula 1. Ci racconta come nasce questa prestigiosa collaborazione?

    Era il 1975 e mio padre Dino contattò personalmente Enzo Ferrari per proporgli di testare sulle auto di Formula 1 i nostri avvitatori. Ed eccoci qui. Fu così che da una sua geniale intuizione si avviò un nuovo e redditizio settore aziendale, la produzione di speciali avvitatori per cambio gomme in velocità. La Ferrari comprese che, grazie a queste speciali “pistole”, si potevano ottenere prestazioni eccezionali e ci ingaggiò, portando, così, altre case estere a rivolgersi a noi per il pit stop equipment. Dopo essere diventati fornitori della Ferrari, abbiamo sempre di più consolidato la nostra presenza nel motorsport. Agli inizi degli anni 90 siamo entrati in tutti i team di F1 e nei campionati statunitensi, in particolare nella formula Indy. Nel 2011 siamo sbarcati nella formula Nascar con l’avvitatore Red Devil. Attualmente lavoriamo per tutti i team della F1, Gp2, Dtm, World series della Renault, Irl, F. Nippon, V8-supercar, Indy light, e la maggior parte dei team in endurance, F3000, Grand Am Alms.
     

    Allo stato attuale quanti avviatori producete e commercializzate all’anno?

    Produciamo 2.100 avvitatori all’anno e commercializziamo insieme ad altri prodotti circa quattromila pezzi. Forse non tutti sanno che per costruirli si impiegano, nei modelli di punta, materiali come il titanio, la lega di magnesio e la lega di alluminio aerospaziale, usata anche per le navicelle in orbita. Ogni nostro prodotto è una sintesi di potenza, velocità, leggerezza, optional e funzionalità.
     

    La sua azienda crede molto nella tecnologia. A tal proposito, è nata infatti una linea completa di avvitatori ed accessori concepita per corrispondere ai bisogni dei professionisti che operano anche nel settore dei gommisti e delle officine meccaniche. Che benefit e vantaggi dà questa nuova produzione a chi la utilizza?

     
    Fino a qualche tempo fa un avvitatore era un sunto di meccanica e di pneumatica, un sunto tuttora basilare. Oggi parliamo di meccatronica. Grazie ad essa sono nati degli avvitatori no contact sensor – brevettati – che permettono di misurare le rotazioni angolari dell’albero di trasmissione e l’energia di coppia trasferita ad ogni martellatura. Il tutto si completa con un software che legge, e registra,  se la coppia applicata è conforme a quella determinata per via analitica. In tempo reale il meccanico, tramite un segnale luminoso sull’avvitatore che gli dà l’assenso o meno, sa se il cambio gomme è andato a buon fine prima della ripartenza della vettura. Una vera innovazione in questo campo!
     
    Che obiettivi si intendono raggiungere per il 2014?

    Nell’ambito dell’automotive, nell’industry e nel motorsport, contempliamo certamente nuovi mercati. La Cina, per esempio, è dotata di autodromi ma non ancora di campionati e team, mentre la Russia si sta preparando con nuove piste. Stiamo puntando senza dubbio sulle americhe e il Canada, dove il settore minerario, automotive, come quello dell’industria, è in crescita esponenziale.

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