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martedì, 19 Marzo 2024
  • Pneumatici deteriorati come la buccia di banana

    Secondo un recente sondaggio condotto dall’Istituto di ricerca indipendente Norstat, più della metà dei nostri automobilisti monta pneumatici deteriorati. Un dato allarmante che compromette non poco la sicurezza alla guida. Come poter invertire questo trend? Come curare questa cattiva abitudine, riportando l’automobilista italiano ad un comportamento preventivo nella manutenzione della propria vettura? Domande che abbiamo girato via social al gruppo Facebook ‘Gommisti per Passione’.

    Per  Daniela Galileo Spaggiari della Spaggiari Pneus (azienda di Trento specializzata nel commercio e nella riparazione di pneumatici) la rotta la si può cambiare. In che modo? “Con continui e capillari controlli – dice – da parte degli organi competenti”. “Spetta poi al gommista – prosegue –  illustrare l'importanza del controllo della pressione, i rischi ai quali si va incontro con sotto/sovra gonfiaggio. Spetta sempre al gommista far capire all'utente che dedicare un po' di tempo per un controllo da parte del gommista degli pneumatici nel tempo, con eventuali inversioni e convergenza, comporta un risparmio di denaro e una sicurezza”.

    “Il trend si invertirà quando (sperando) la situazione economica/lavorativa in Italia migliorerà”. E’ l’analisi di  Diego Deambrosis (Pneumatici DM): “è ovvio – aggiunge nel suo post di commento – che se in famiglia lavorano tutti c’è più disponibilità di denaro, i pneumatici si cambiano più sovente. Ma se c’è un solo stipendio, magari affitto e bollette sono da pagare, si risparmia su cose come i pneumatici…basti pensare che gli italiani rinunciano sempre maggiormente a spese mediche e dentistiche; dovrebbe farci pensare e soprattutto far pensare i politici”.  

    Andrea Beretta (lavora presso CarBike Gomme) punta l’attenzione sulla sicurezza. “Oltre alle Forze dell’Ordine – spiega  – bisognerebbe fare educazione sulla sicurezza già nelle scuole guida, come fanno in altri Paesi. Il pneumatico, purtroppo, è un componente sottovalutato, anche per colpa nostra che come categoria dobbiamo imparare a comunicare meglio la nostra professionalità e la tecnologia contenuta nei prodotti specialmente se premium”. “Ma dobbiamo smettere – conclude – di dire che è colpa di internet, dei produttori…è principalmente colpa nostra che siamo una categoria immobile o quasi”.

    Dai controlli, alla sicurezza fino ad un maggior benessere reddituale, un dato però è certo: montare gomme non sicure è come scivolare su una buccia di banana. Occhio dunque: safety first!

    Stefano Belfiore

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