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venerdì, 19 Aprile 2024
  • Ricomincio dai ricambi: perché no!

    DI STEFANO BELFIORE

    Ricomincio dai ricambi. La nuova vita di Massimo Piermattei (nella foto) rinizia da qui. Nulla di strano se non fosse per la sua precedente esperienza professionale. Ha detto addio alla ricerca universitaria fatta di precarietà, ostacoli non meritocratici a fronte di un enorme sacrificio e impegno speso per far carriera come storico dell’integrazione europea. Uno sfogo più che una lettera quella pubblicata di recente prima sul suo profilo facebook, poi ripresa su alcuni siti di settore e infine il rimbalzo mediatico sulle più note testate italiane. Ed ecco che il tam-tam diventa virale sul web. Oltre alla piena solidarietà che noi di Inforicambi manifestiamo nei confronti di una intelligenza italiana che non è riuscita (per ‘contingenze esterne’) a traguardare oggi il sogno per cui ha studiato, l’aspetto che vogliamo però sottolineare è un altro.  Se ci è permesso obiettare,  non ci è piaciuto il senso che sta dietro ai titoli che alcuni mainstream informativi hanno dato alla notizia. Sappiamo bene che un titolo efficace (ad effetto) stimola e invoglia non poco la lettura di una notizia. Ma quello che abbiamo visto, sembra quasi conferire un’accezione negativa al mondo dei ricambi. Speriamo di sbagliarci, confidando che il nostro sia stato solo un sentore errato. Certo il salto da un mondo lavorativo ad un altro è, sotto gli occhi di tutti, evidente. Tuttavia vogliamo, in un certo senso, tranquillizzare Massimo che ha iniziato da poco la sua esperienza nel settore della distribuzione dei ricambi. Noi che lo viviamo, che lo monitoriamo costantemente in ottica informativa, sappiamo bene che locomotiva è. Perché, nella sua filiera, è un treno di imprese che viaggia  velocemente sui binari della crescita, rappresentando un tassello preziosissimo per l’universo automotive e per il PIL dell’economia nazionale. Senza dimenticare la forte propensione all’internazionalizzazione che emerge palesemente dalle nostre aziende aftermarket: bandiera del made in Italy all’estero. Oggi Massimo, come detto, ha una nuova vita. Ha messo piede, dunque, in un settore importante del nostro tessuto economico dove il saper fare impresa (con giuste logiche distributive, relazionali, generazionali, innovative) dà ossigeno al post vendita nazionale.  Non certo un luogo di serie B. E per nulla secondo a nessuno. “Vivo questo nuovo lavoro – ci ha detto Massimo raggiunto telefonicamente – con forte entusiasmo e come un’opportunità perché ho la possibilità di interloquire professionalmente con persone serie e qualificate”. Parole che apprezziamo e condividiamo in toto per la meritoria voglia di rimettersi in gioco e di guardare avanti. Non è l’università. Ma (garantiamo) l’aftermarket vanta tante eccellenze al suo interno in grado di salire in cattedra con le loro best practice di successo.

     

     

     

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