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venerdì, 29 Marzo 2024
  • Revisione auto e riparazioni, una sfida per l’aftermarket

    Chi s’interessa del settore revisioni auto e riparazioni ha sicuramente delle perplessità sull’efficacia di questo importante controllo periodico. Anche diversi automobilisti saranno rimasti col dubbio: da un lato sollevati perché la loro ‘veterana’ è riuscita a passare, dall’altro inquieti pensando a quante altre auto circolano in condizioni di scarsa sicurezza. L’attualità della questione è dimostrata dall’enorme quantità – si tratta di più di 13 milioni – di veicoli non in regola con la revisione. La questione della qualità delle revisioni auto in Italia è annosa e, al proposito, si registra l’arrivo di un passaggio cruciale. Si tratta dell’entrata in vigore del Decreto ministeriale N° 214 del 19 maggio 2017, che a sua volta recepisce la direttiva 2014/45/UE.

    Revisioni all’europea

    Revisione automobileA partire dal prossimo 20 maggio, infatti, le revisioni dovranno essere condotte secondo procedure diverse che, per esempio, classificano le difettosità secondo 3 livelli: lievi, gravi e pericolose. Secondo l’Osservatorio Revisione Veicoli in Francia le carenze classificate sono ben 606, delle quali 340 gravi e 127 pericolose. Non risulta che questo lavoro sia stato compiuto in Italia. Dal fatidico 20 maggio 2018, e fino al 20 maggio 2021, gli Ispettori (sostituiranno il Responsabile Tecnico) dovranno sia rilasciare ai clienti sia trasmettere alla Motorizzazione i Certificati di Revisione, documenti che elencano i controlli fatti e l’esito. Notiamo che chi era Responsabile tecnico al 20 maggio diventa d’ufficio Ispettore: chi non lo è già dovrà formarsi ma i decreti attuativi che regolano questa formazione, così come molte altre cose, non sono stati emessi. Le aule dei corsi di formazione sono gremite ma non si sa bene cosa insegnino, visto che i regolamenti non sono ancora stati scritti. Eppure la formazione di chi accerta la sicurezza dei veicoli è un tema cruciale che non può essere trascurato.

    A quando i regolamenti?

    revisione autoQuesta scadenza ravvicinata verrà quindi ampiamente disattesa anche perché, come riportato da ORV, molti dirigenti della Motorizzazione ultimamente sono stati trasferiti o si sono pensionati. La domanda è: queste figure apicali della MCTC avranno preparato una bozza di regolamento, se non il regolamento completo, prima di allontanarsi? Come abbiamo visto più sopra, la Francia ha già affrontato la questione ma non ci sono evidenze che questo sia accaduto nel nostro Paese. Sappiamo bene come i Centri di revisione siano cresciuti molto di numero e possano rappresentare un’attività interessante per gli operatori dell’aftermarket. Alla luce di queste modifiche normative e della situazione del parco è però importante tener conto di alcune indicazioni, prima di sobbarcarsi gli ingenti investimenti necessari per l’apertura.

     

    Conflitti e investimenti

    revisione autoLa direttiva europea prevede che la nuova figura professionale dell’Ispettore del centro di controllo sia ‘terza‘ rispetto all’attività di eventuale riparazione. L’articolo 13 del DM 214, al comma 3, dice infatti che: “l’ispettore deve essere esente da conflitti di interesse, in modo da assicurare un elevato livello di imparzialità ed obiettività“. In altre parole chi verifica la conformità non dovrebbe  interessarsi all’eventuale ripristino del veicolo in esame e questo crea una potenziale difficoltà ai centri che fanno poche revisioni. Finora, infatti, in Italia non si è voluto separare nettamente l’officina dal centro di revisione proprio per agevolare le migliaia di piccoli centri che riescono a vivere con i margini delle operazioni di ripristino. Se il centro-officina è gestito dal solo meccanico (coadiuvato magari da un unico dipendente) è facile che l’Ispettore sia anche il riparatore, con un ‘conflitto d’interesse’ praticamente inevitabile. In realtà una soluzione ci sarebbe: basterebbe impedire a chi ripara di revisionare (lo stesso veicolo) e viceversa. Una soluzione del genere aprirebbe alla collaborazione – in qualche caso non del tutto limpida – fra figure professionali diverse ma, non essendoci ancora i regolamenti, non deve essere considerata fra le opzioni che potrebbero far intraprendere un’attività. I centri che effettuano poche revisioni, realtà molto diffuse in Italia, potrebbero infatti non avere i margini per remunerare un Ispettore esterno.

    Revisionare affidabilmente

    revisione camionD’altro canto si può fare un ‘atto di fede’ e confidare nel fatto che l’uscita dalla crisi, con la conseguente ripresa delle immatricolazioni, porterà ad un aumento delle revisioni. I conti vanno fatti però molto bene perché passeranno circa 3 anni prima che questa ondata di auto arrivi alla prima revisione. L’Italica inerzia – sono passati quattro (diconsi: 4!!) anni dal recepimento della direttiva – rischia di ritardare una sferzata positiva per l’intero settore. La sfiducia con la quale si guarda alle revisioni poteva infatti essere dissolta da una tempestiva concretizzazione dei nuovi regolamenti, che avrebbero ridato al settore la credibilità che merita. Aggiungiamo il fatto che le apparecchiature attualmente presenti nei Centri di revisione possono essere utilizzate “fino alla emanazione di nuove disposizioni dell’autorità competente, da adottarsi entro il 20 maggio 2023“. Si parla quindi di un limbo che potrebbe durare altri 5 anni, un periodo nel quale nessuno che non sia già nel settore delle revisioni progetterà investimenti per entrarvi. Cosa dire ancora? Sperare che le cose si muovano e si esca da questa indeterminatezza è lecito, anche perché varie organizzazioni, compreso ORV, si stanno muovendo. Nel frattempo, però, il rimanere con i piedi per terra è più che consigliato!

     

    Nicodemo Angì

     

     

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