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sabato, 20 Aprile 2024
  • Realtà aumentata e officine: matrimonio in vista?

    Virtual e Augmented Reality: parole che evocano scenari da fantascienza e stimolano la fantasia del bambino che è in noi, ad esempio con le avventure di Iron Man e le informazioni che il fidato Jarvis fa comparire sul suo visore. In realtà la realtà aumentata non è soltanto un’applicazione favolistica o da videogame ma è già un concreto strumento di lavoro oltreché un ausilio alla guida. Gli Head-up Display, da tempo disponibili per molte automobili, sono infatti delle semplici applicazioni della realtà aumentata. I veicoli (e le automobili in generale) vivranno profondi cambiamenti nel giro di pochi anni, in una rivoluzione che coinvolgerà anche i riparatori. Oltre al prevedibile aumento delle vetture elettriche e ibride, gli artigiani potrebbero “incontrare” automobili a guida autonoma senza pedali e volante e con il parabrezza trasformato in un grande display sul quale verranno visualizzate molte informazioni.

    Indicazioni in tempo reale

    Anche l’organizzazione del lavoro potrebbe venir modificata dall’AR: diverse aziende, sia produttori di veicoli sia fornitori di componenti e strumenti di lavoro, hanno infatti presentato applicazioni e progetti in questo senso. L’italianissima Texa, che affianca gli autoriparatori di mezzo mondo, aveva per esempio presentato un sistema che utilizzava gli Smart Glass Epson Moverio BT-200, meno famosi dei vari Google Glass o Samsung Gear ma piuttosto concreti. I Moverio hanno la visione stereoscopica e possono quindi visualizzare contenuti di realtà aumentata in 3D: una telecamera frontale inquadra la scena nel campo visivo di chi li indossa e un link Wi-Fi permette di accedere al server. Il progetto, che pur non essendo andato in produzione ha vinto il prestigioso premio  “Automechanika Innovation Award“, era decisamente interessante perché il meccanico poteva intervenire senza distogliere lo sguardo dall’area di lavoro (anche a vantaggio della sicurezza) perché i dati della diagnosi o di un sensore venivano visualizzati direttamente negli “occhiali”. Mentre attendiamo una nuova implementazione di quest’idea registriamo le mosse di BMW, che progetta di introdurre la realtà aumentata nei propri service.

     

    Formazione quando serve, dove serve

    La Casa bavarese pensa a visori che proiettino per esempio la corretta successione delle operazioni, gli attrezzi da usare nei vari step delle lavorazione e così via. Queste soluzioni aprono scenari nuovi, come assistenza da parte della Casa durante l’intervento e la formazione a richiesta durante una riparazione. Anche l’italiana AR-Media è della partita, proponendo app e tool di realtà aumentata che possono supportare i riparatori durante le lavorazioni. Anche Bosch è della partita: il suo tester per le emissioni BEA 750 ha infatti una brochure che contiene un link ad un modello 3D del dispositivo. Esso appare sul tablet di chi lo inquadra, evidenziando “punti d’interesse” del tester e possono essere toccati visualizzando informazioni aggiuntive. Stesso sistema per il manuale d’uso, che proietta sull’immagine del BEA 750 la sequenza per il suo avvio e i diversi cavi e tubi di collegamento, evidenziati in colori diversi; con lo stesso criterio vengono indicati gli accessori opzionali. Bosch ha sviluppato la Common Augmented Reality Platform, un database unificato che raccoglie schemi, procedure, spiegazioni, note di sicurezza, contenuti audio/video: tutto questo sarà a disposizione delle future applicazioni di realtà aumentata dedicate agli autoriparatori. Continental non è da meno, preparando sia le tecnologie che proietteranno immagini di AR sui parabrezza sia le applicazioni di aiuto per i meccanici. Potremmo anche parlare della piattaforma software CAT LIVESHARE di Caterpillar, pensata per la formazione e il supporto delle procedure di manutenzione e riparazione, ma il concetto è ormai chiaro. Le nuove tecnologie arriveranno nelle officine e, se da un lato richiederanno nuove competenze e formazione, dall’altro potrebbero aiutare i riparatori consentendo loro di gestire veicoli sempre più complessi: mai come in questo momento è necessario essere pronti ad apprendere “cose” nuove per rimanere in gioco da protagonisti!

     

    Nicodemo Angì

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