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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Pneumatici online: oltre lo split payment

    DI STEFANO BELFIORE

     

    Una misura necessaria ma non sufficiente per combattere adeguatamente il problema dell’evasione fiscale che serpeggerebbe nei canali digitali della vendita online degli pneumatici. Così gli amministratori del Gruppo FacebookGommisti per Passione’ valutano lo split payment: strumento che Fedepneus propone di applicare all’e-commerce delle gomme così “da garantire – spiega l’Associazione di categoria – un minor rischio di inadempimento dell’obbligo di pagamento dell’IVA e del contributo PFU da parte degli operatori che vendono su internet”. Torniamo a parlavi di questo argomento perché ci sono delle evoluzioni. Dopo aver dato voce a diversi operatori del settore (Pneumatici e vendite online: le opinioni dei gommisti), gli Amministratori del network nato in casa Zuckerberg proseguono nella loro battaglia per una giustizia commerciale e sociale contro (sembrerebbe) una concorrenza sleale. A tal proposito, anche noi abbiamo cercato di indagare sul web: in effetti da una veloce analisi ci siamo imbattuti in diverse offerte aggressive in termini di pricing, supportate spesso con tanto di social promotion. In sostanza, annunci di vendita molto più economici rispetto all’acquisto di un treno gomme comprato presso un’officina specializzata.

     

     

    La lettera di Gommisti per Passione

     

    Questa la cronaca. Ma andiamo alle novità. Come dicevamo, il Gruppo Facebook di 1500 gommisti si rivolge ora proprio a Federpneus. E’ di poche settimane fa l’invio di una missiva online che il network ha notificato all’Associazione Nazionale Rivenditori Specialisti di Pneumatici. La stessa lettera mandata, qualche mese indietro, a 6 deputati della Commissione Bilancio della Camera, sui cui contenuti non si è ad ora avuta risposta. Ma qual è precisamente la proposta raccolta e argomentata in questa comunicazione? Siamo andati in fondo all’esigenza e contattato telefonicamente  Daniela Galileo Spaggiari (della Spaggiari Pneus, azienda di Trento specializzata nel commercio e nella riparazione di pneumatici, uno degli operatori facente parte di ‘Gommisti per Passione’) che ha inviato anche a noi la lettera in questione. E che riportiamo nei suoi punti salienti: “Siamo gommisti , in contatto con colleghi di tutta Italia, isole comprese, e tutti noi non riusciamo a capire perché lo Stato non tuteli le aziende italiane con una legge che obblighi le imprese che praticano il commercio digitale ad avere la partita IVA  italiana. Questo comporterebbe che I.V.A. e tasse derivanti da tale commercio verrebbero pagate in Italia con un beneficio non indifferente per le casse statali e anche per le nostre banche, considerato che il denaro rimarrebbe in Italia. La concorrenza tornerebbe a essere leale. Noi e i colleghi stiamo investendo in tecnologia, attrezzature, corsi di aggiornamento, ci reinventiamo giorno per giorno, ci piacciono le sfide del mercato, ma solo se queste sono alla pari cosa che in questo momento non è, e, non solo per la nostra categoria, ma anche per altri settori. Altro grave problema è l’abusivismo, favorito dal fatto che, il governo Monti, ha levato agli autoriparatori l’obbligo di attrezzature; sminuendo così la loro professionalità e favorendo chi opera nell'illegalità. Aggiungiamo anche cosa molto grave: vengono importati pneumatici usati da ogni parte dell’Europa che non pagano il PFU e stando a Ecopneus , Assogomma (ed altre Associazioni), viene favorita l’evasione. Quindi l’Italia, oltre a smaltire i propri pneumatici fuori uso, smaltisce anche quelli  degli altri Paesi europei (vedi Germania, Olanda, Belgio, Francia, Svizzera…).

     

    Cosa chiedono

    Da questa premessa viene poi avanzata l’applicazione di alcuni strumenti per regolamentare meglio il commercio online. Ecco i 4 punti che il network propone nella nota:

    1. “é fondamentale che chi pratica l’e-commerce abbia partita I.V.A. italiana e che quindi chi acquista paghi l’I.V.A. italiana e le tasse italiane;
    2. chiediamo venga istituito l’obbligo di presentazione del codice fiscale, da parte di chi acquista attraverso l’e-commerce;
    3. risulta fondamentale controllare che le aziende che acquistano via internet da siti con sede estera, presentino l’Intrasat;
    4. l’azienda che importa pneumatici usati deve pagare una tassa particolare. Si sta verificando l‘assurdità che noi paghiamo lo smaltimento (PFU) già in fattura all'acquisto del nuovo, ma non vengono a ritirarci il fuori uso perché sono saturi di tante gomme che ritirano da chi vende l’usato. A questo proposito corre voce che ci sia il pagamento di una “tangente” all’autista del raccoglitore per dichiarare raccolte inferiori di pneumatici fuori uso . Ci rifiutiamo di credere a queste chiacchiere, ma sarebbe opportuno che vengano effettuati dei controlli periodici anche sui trasportatori dei PFU”.

     

    Cosa vogliono

    “La vendita online ci ha messo in ginocchio e sta facendo chiudere tanti artigiani/commercianti”. E’ il grido d’allarme che il Gruppo lancia nella missiva. Da qui l’invito ora a Federpneus “di  presentare  – si legge nel prosieguo –  una legge che concorrerà al salvataggio di tante piccole imprese italiane che vogliono lavorare e che danno lavoro a tante persone”.

     

    Split payment

    Sulla suddivisione dei pagamenti (meccanismo applicato nella PA che obbliga gli Enti Pubblici a provvedere al pagamento dell’IVA indicata in fattura direttamente all’erario. E non all’impresa privata. Così da scindere il pagamento del corrispettivo da quello connesso alla relativa imposta), il Gruppo nella lettera evidenzia: “Leggiamo che Federpneus preme presso le istituzioni per lo split payment che riteniamo uno strumento necessario ma insufficiente. L’aggiunta dell’obbligo di indicare il codice fiscale, la sua verifica a campione e il controllo della presentazione dell’Intrastat da parte delle aziende che acquistano via Internet risolverebbero in parte il problema dell’evasione fiscale.

     

     

    L’obbligo delle attrezzature

    Su questo fronte il Gruppo denuncia nella lettera: “altra anomalia passata nel silenzio assordante di tutti, è stata l’abolizione delle attrezzature durante la presidenza del Consiglio di Monti. Già prima c’era stato lassismo nei controlli presso le aziende e questo ha provocato il proliferare di ‘gommisti’ senza la necessaria professionalità e il fenomeno dell’abusivismo. A questo proposito chiediamo:

    1. La verifica da parte dei vigili e delle Camere di Commercio del possesso dei requisiti da parte delle aziende che lavorano come gommista;
    2. La verifica da parte dei vigili e delle Camere di Commercio della presenza del responsabile tecnico nelle aziende che praticano l’attività di gommista;
    3. L’obbligo di attrezzature che non devono essere il “minimo”, ma devono prevedere, tra le altre cose, anche l’assetto ruote, l’equilibratrice, lo strumento per il monitoraggio della pressione”

     

    A difesa della legalità

    “Il ritorno a regole certe potrà solo giovare alla nostra categoria”  è l’auspicio con cui si chiude la nota. Augurio che sposa fortemente Daniela Spaggiari. “La nostra – dice – è un’azienda che lavora in maniera corretta e professionale, offrendo anche un importante servizio di post vendita ai nostri clienti automobilisti. Come noi, ci sono tante imprese in Italia che operano in maniera onesta e seria. Auspico che Federpneus possa recepire fattivamente le nostre proposte. Il nostro settore ne ha bisogno”

     

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