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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Meccanico, punta sulla specializzazione!

    Le Case si lamentano perché mancano meccanici giovani e preparati ma fra qualche tempo la situazione potrebbe essere opposta: vediamo perché e cosa occorre fare per cavalcare l’onda e fronteggiare la bassa marea.

    Cambiamo i tempi

    I tempi nei quali l’autoriparatore era quello che “con una pinza, filo di ferro e una lampadina test riportavo l’auto a casa” sono ormai tramontati, da lungo tempo e per sempre. Le automobili di oggi sono piene di elettronica che, a sua volta,  riesce a pilotare una meccanica sempre più sofisticata: basta pensare alle 4 ruote sterzanti o alle iniezioni multiple dei moderni Common Rail. Questi impetuosi avanzamenti tecnologici generano però un sospetto: gli autoriparatori sanno affrontare i 300 e passa volt di una elettrica o di una ibrida plug-in e i moderni ADAS come la sterzata e la frenata automatica? Il sospetto si trasforma in inquietudine porgendo l’orecchio ad una voce qualificata (ma probabilmente ce ne sono altre che, per ora, rimangono silenti) che viene da oltreoceano.

     

    Manca la passione (e l’interesse)

    A parlare, secondo quanto riportato dal New York Times, è stato Gary Uyematsu, national technical training manager in BMW North America. Il succo del suo discorso è stato: i giovani oggi non hanno senso pratico, non si interessano di meccanica e non la capiscono bene. Negli Usa è previsto un massiccio esodo dalle officine (https://www.inforicambi.it/ricambi-auto/realta-aumentata-officine_12636.html) perché quasi la metà degli autoriparatori è nato negli anni ’60 ed è ormai prossimo alla pensione. Largo ai giovani! si dirà, in un ruolo per giunta piuttosto ben pagato. Sembra però che ai giovani, la cui dimestichezza con il computer e internet li renderebbe candidati ideali nell’affrontare le auto di oggi, questa prospettiva non sembri interessarli più di tanto.

    Inforicambi ti ha già parlato del tema, ad esempio quando titolava “Cercasi meccatronici disperatamente” a dimostrazione che questa penuria non è certo circoscritta agli Usa. Per le Case questo è un problema spinoso, anche perché, per dirla con le parole di Uyematsu: In genere i meccanici iniziano facendo lavoretti in qualche stazione di servizio ma ora quel tipo di esperienza è poco spendibile”.

    Scuola, dove sei?

    Il senso di quest’affermazione è anche che la formazione scolastica non assolve pienamente ai suoi compiti. BMW North America ha 5 National training center nei quali gli studenti affiancano gli studi specializzati con lavori sul campo. La Casa bavarese ha inoltre avviato, nel 1996, il programma STEP che ha trasformato quelli che potremmo chiamare “periti neodiplomati” in tecnici molto specializzati. La Casa dell’Elica ha programmi simili anche in Italia, compresa la sua divisione moto e gli altri Marchi si muovono in maniera simile, come Scania che cerca professionisti della riparazione anche negli Istituti dei Salesiani. Viene da pensare che le Case abbiano sopravvalutato l’affidabilità dei loro prodotti, cosa che le ha a volte indotte a esternalizzare la formazione, e sembra che gli istituti tecnici statali siano stati “impoveriti”. Il rischio concreto è che le evolutissime auto di oggi, così accattivanti e prestazionali, rimangano inerti perché non c’è chi le sappia riparare in caso di guasto o, peggio, vengano riparate male.

    Più affidabilità, meno lavoro?

    Una cosa sembra certa: la specializzazione sarà sempre più un obbligo e sempre meno un optional. Il riparatore “universale”, capace di revisionare un motore e di riparare un sistema di frenata automatica con la stessa scioltezza, probabilmente non esiste in natura. Sarà quindi importante trovare la strada che si sente più vicina alle proprie abilità e percorrerla con convinzione: un bravo riparatore ben formato avrà molte possibilità vista la scarsità di meccanici qualificati. Il tutto tenendo a mente la conquista di fette significative del mercato da parte delle auto elettriche, un’evoluzione più volte annunciata ma che ora sembra concreta. Il presidente di Audi of America, Scott Keogh, intervenendo durante il summit del National Automobile Dealers Association, ha infatti ricordato che: “le auto elettriche avranno meno parti da riparare o sostituire”. Il suggerimento è quindi di essere preparati a vivere guadagnando di meno con gli interventi di riparazione e attrezzarsi per offrire altri servizi. Riassumendo: oggi c’è molta richiesta di meccanici qualificati e questa durerà ancora per anni se non per decenni ma questa ondata è destinata ad affievolirsi. Chi nel frattempo ha acquisito competenze e posizioni solide sarà avvantaggiato nel fronteggiare la successiva fase di “stanca”, magari inventandosi servizi su misura per le auto elettriche.

     

    Nicodemo Angì

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