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martedì, 16 Aprile 2024
  • Componentistica italiana, esercito da 2mila aziende

    Componentistica italiana“I dati della nostra indagine dimostrano un settore in salute, che ha chiuso il 2017 con tutti gli indicatori in crescita: fatturato, numero di addetti, capacità produttiva, previsioni ottimiste per il futuroquesto lo stato attuale che vive la componentistica italiana nelle parole del presidente della Camera di commercio di Torino, Vincenzo Ilotte.  L’analisi di settore, realizzata dalla Camera di commercio di Torino, da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e dal Center for Automotive and Mobility Innovation (CAMI) del nDipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha incluso nell’indagine, oltre ai tradizionali attori e alle imprese dei ricambi, nuovi settori ad elevata innovazione, come quelli dell’infomobilità e del motorsport, le cui soluzioni trovano sempre più spazio anche nelle auto di serie.

    I dati

    Nel 2017, l’universo complessivo delle imprese in Italia conta 2.190 unità, con un fatturato generato dal mercato automotive di 46,5 miliardi di euro, in crescita del 6,9 per cento. Gli addetti sono 156.463 (+1,3% rispetto al 2016). L’incremento è stato trasversale a tutti i mestieri della filiera, ma più marcato tra i subfornitori (+10,2%), in particolare quelli delle lavorazioni (+10,9%), dove si è registrata una performance particolarmente brillante. Positive anche le variazioni rilevate per gli specialisti del motorsport (+8,7%) e per i fornitori di moduli e sistemi (+7,9%). Per quanto concerne i dati occupazionali, l’incremento è stato generalmente più contenuto: gli addetti sono aumentati del +1,3 per cento rispetto all’anno precedente. Gli specialisti del motorsport (+5,0%) e le attività delle lavorazioni (+3,9%) si confermano i mestieri più dinamici sul fronte occupazionale, mentre gli specialisti dell’aftermarket e i sistemisti e modulisti vedono la loro forza lavoro sostanzialmente stabile.

    Fatturato e previsioni

    Dai risultati dell’indagine sul campo emerge che 2 fornitori su 3 hanno ottenuto nel 2017 un fatturato in aumento, mentre diminuiscono le imprese che lamentano una contrazione (25% rispetto al 35%). Il saldo tra dichiarazioni di aumento e di riduzione del fatturato ha raggiunto pertanto la soglia del +42 per cento (era +31% nel 2016). La crescita ha interessato quasi tutti i segmenti della filiera, anche quelli che in passato avevano meno beneficiato della ripresa del comparto, in primis i subfornitori, e non solo le medie e grandi imprese, ma anche a numerose realtà meno strutturate. Fanno eccezione, per il terzo anno consecutivo, le attività di Engineering e Design che risultano la categoria più debole della filiera, caratterizzata da una marcata polarizzazione: a un gruppo di imprese particolarmente dinamico nella crescita, si contrappongono attività che riducono il fatturato di oltre 10 punti percentuale. Le prospettive future, nelle opinioni degli intervistati, sono favorevoli per l’84 per cento (erano l’87%), con un rafforzamento tuttavia della quota delle imprese molto ottimiste (8%).

    Capacità produttiva

    La componentistica “in salute”, grazie al favorevole trend che in maniera congiunta ha riguardato l'export e la domanda interna, è riuscita non solo a mantenere, ma anche ad incrementare l’elevato livello di saturazione della capacità produttiva, che nel 2017 si è impennato ad una media dell’81 per cento (era il 78% nel 2016), soglia da considerarsi fisiologicamente ottimale.

     

    Nuovi trend tecnologici

    componenti autoUna diversa cultura della mobilità delle persone, una crescente rilevanza delle questioni ambientali e una sempre maggiore sensibilità al tema della sicurezza costituiscono le nuove sfide del settore automotive. Nonostante un diffuso senso di cautela, alcuni trend cominciano ad essere percepiti come strategici: il 31 per cento dei fornitori vede con favore impatto positivo sul proprio business la riduzione della CO2. Allo stesso modo anche la diffusione di sistemi di alimentazione elettrici (il 28%) e di powertrain alternativi (il 27%) viene riconosciuta di potenziale impatto positivo (rispettivamente il 29% e il 28% delle imprese piemontesi). All’interno della piramide di fornitura sono gli E&D a mostrarsi maggiormente positivi in termini di impatto sul proprio business dei nuovi trend tecnologici.

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