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mercoledì, 24 Aprile 2024
  • Commercio di carburanti: scoperta super frode fiscale

    Guardia di FinanzaUna maxi frode fiscale di circa 120 milioni di euro. E’ quanto scoperto dall’operazione ‘Drago Nero’ condotta congiuntamente dai Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Ancona e di Macerata delle Fiamme Gialle.  E’ stata smantellata un’organizzazione criminale specializzata in frodi nel commercio di carburanti.  L’inchiesta, partita nell’estate del 2015, ha portato all’esecuzione di decine di perquisizioni e conseguenti sequestri documentali nelle sedi societarie e presso le abitazioni delle persone a vario titolo coinvolte, sparse nelle regioni Marche, Lazio, Abruzzo, Campania Puglia e Lombardia.  La complessa ramificazione societaria, costituita ad hoc per ostacolare l’accertamento della frode, con la compartecipazione di un elevato numero di persone (in totale sono 25 le persone iscritte dal P.M. nel Registro degli indagati), aveva base decisionale a San Severino Marche, in provincia di Macerata A capo dell’associazione per delinquere, un settempedano, di anni 50, risultato il dominus assoluto: cioè colui che ha promosso e coordinato il sodalizio criminoso.  Lo schema della gigantesca frode fiscale, una delle più ampie e articolate mai scoperte negli ultimi anni nel settore dei prodotti petroliferi, prevedeva, infatti, che il carburante effettuasse due viaggi differenti:  uno fisico con cui il prodotto, partendo dall’estero a mezzo di autobotti, raggiungeva direttamente i depositi di stoccaggio ubicati a San Severino Marche (MC), Cava de’ Tirreni (SA), Capriva del Friuli (GO), Fiumicino (RM), Mirano (VE) e Monselice (PD), per poi essere velocemente inviata presso i distributori stradali. L’altro cartolare, molto più tortuoso di quello fisico, ma fiscalmente (indebitamente) vantaggioso.  Il carburante, infatti, veniva cartolarmente ceduto, dapprima, a 3 società ‘cartiere’ formalmente ubicate in Bulgaria e nella Repubblica Ceca, ma gestite dai membri dell’organizzazione criminale, per poi essere fatturato a società ‘cartiere’ italiane (complessivamente 7 società italiane più una società svizzera avente domicilio fiscale in Italia), le quali non versavano l’imposta dovuta, pur incassandola dai clienti finali. Infine, il carburante veniva venduto a distributori stradali, alcuni dei quali collegati direttamente ai membri dell’organizzazione.  L’imponente frode fiscale ha interessato oltre 133 milioni di litri di carburante, proveniente essenzialmente dalla Slovenia. Il fine perseguito era quello di abbassare artificiosamente il prezzo finale del prodotto ‘alla pompa’, attraverso la creazione di società ‘irregolari’ che sistematicamente omettevano gli obblighi dichiarativi e il versamento delle imposte all’Erario.  A seguito di richiesta avanzata dal competente Sostituto Procuratore, il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto il sequestro preventivo, eseguito dai militari della Guardia di Finanza, finalizzato alla confisca di beni, fino a concorrenza della somma di circa 22 milioni di euro.

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