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venerdì, 29 Marzo 2024
  • Automobili ad alta tensione: i meccatronici le conoscono?

    Il libro dell’automotive classico recita così: 12 volt nelle automobili e 24 nei veicoli industriali, con la regola recente che parla di 48 volt nelle vetture di nuova generazione. Questa scala delle tensioni pone poche preoccupazioni in chi ripara e fa manutenzione ai veicoli: il rischio dei 12 volt per le persone (ben diverso è il discorso per i cortocircuiti!) è praticamente nullo e soltanto i 48 V impongono qualche precauzione supplementare.

    Tanti (troppi?) volt

    auto elettricaLe tensioni delle auto elettriche e ibride sono tutt’altra cosa: gli oltre 300 volt delle batterie e i 500 V dell’alimentazione dei motori impongono infatti un radicale cambio di paradigma. Gli operatori dell’aftermarket sono preparati a questi nuovi scenari? Ricordiamo che: se la diffusione di massa delle elettriche non è imminente, le ibride sono già una realtà e l’abbordabile Toyota Yaris Hybrid, con la sua batteria da 144 volt, è qui a dimostrarlo. Anche le elettriche e ibride di Hyundai sono già nel nostro Paese in una ‘democratizzazione’ che interessa anche i ricambisti e che si preannuncia ancor più marcata grazie all’impegno di Volkswagen nella trazione elettrica.

    Meccatronici preparati cercansi

    meccatronicoAlcuni dati, non troppo confortanti in verità, cominciano comunque ad arrivare. L’Institute of the Motor Industry (IMI) del Regno Unito ha fatto un’indagine presso gli autoriparatori in attività, scoprendo che il 97 per cento di loro non ha le competenze per operare sulle auto elettriche. In altre parole, dato che il 3 percento qualificato lavora nella maggior parte dei casi alle Reti di assistenza ufficiali, il proprietario di un’auto elettrica/ibrida avrà pochissime alternative nel caso necessiti di manutenzione/riparazione. nSappiamo inoltre che molte città e persino interi Stati potrebbero bandire i motori a scoppio fra circa 20 anni, un tempo che appare più che sufficiente per formare meccatronici che le sappiano trattare in sicurezza le auto ad ‘alta tensione’. Il periodo effettivo di ‘transizione’ non è però univoco: le aziende di trasporto pubblico, per esempio, stanno già convertendo le loro flotte. Transport of London ha annunciato che entro l’estate del 2019 la flotta dei suoi classici autobus a 2 piani si arricchirà di altre 64 unità elettriche, in un piano che porterà Londra ad avere soltanto bus elettrici entro il 2037.

    Auto elettriche e formazione

    auto elettricaNella zona di Londra si stanno quindi cercando riparatori che sappiano gestire l’alta tensione, cosa che potrebbe diminuire ancor di più la disponibilità di specialisti per le automobili elettriche. nAnche la California agisce allo stesso modo, dato che sta per approvare una misura che renderà a emissioni zero la sua flotta di autobus entro il 2040. Nel nostro Paese si sta cominciando a pensare a questi temi. Confartigianato Imprese Sardegna, per esempio, alla fine del 2017 ha pubblicato un dossier sulle auto elettriche e ibride, rilevando come nel 2016 le loro immatricolazioni hanno superato persino quelle delle auto a GPL. Considerando questa tendenza l’Ente Scuola&Formazione Confartigianato ha presentato un percorso formativo dedicato agli addetti alla riparazione (in primo luogo), assistenza e soccorso stradale dei veicoli elettrici e ibridi.  Tornando Oltremanica, l’IMI chiede di creare un registro dei meccatronici ‘competenti, formati e identificabili’ ad intervenire sulle automobili ibride ed elettriche. Si tratta di un meccanismo di  garanzia che oggi praticamente non esiste e che nasce per salvaguardare la vita di chi si avvicina a queste nuove vetture la cui diffusione sembra destinate ad aumentare nei prossimi anni.

    Le elettriche fanno paura

    ricarica elettricaIl professionista si dovrà quindi confrontare (per la sua incolumità, ricordiamolo, non perché un legislatore seduta chissà dove lo ha deciso a tavolino) con le norme generiche riguardanti il rischio elettrico, come le CEI 11-27 e CEI EN 50110-1, e quelle riguardanti la sicurezza sul lavoro, come il D.L. 81/2008. In attesa di normative italiane specifiche riportiamo la testimonianza resa da un riparatore statunitense al Chicago Tribune: “Molti hanno paura di metter mano alle auto elettriche e ibride e dicono ai potenziali clienti ‘non lavoriamo su queste auto, andate da Ford, Toyota o BMW’. La verità che il 90 per cento di noi ha fatto nulla per prepararsi, assolutamente nulla”.

     

    Gestire il cambiamento

    Un atteggiamento del genere si commenta da solo e va tassativamente evitato, destinando tempo e risorse alla formazione per poter captare questi nuovi business. Il personale dell’officina Agostino di Siderno (RC), per esempio, ha conseguito le certificazioni PES (Persona Esperta) e PAV (Persona Avvertita) per lavorare sull’alta tensione. Questi meccatronici non sono nati con queste competenze ma le hanno ottenuto seguendo percorsi formativi ad hoc: se l’hanno fatto loro perché non dovrebbero farlo altri professionisti? Le occasioni non mancano: ad organizzare corsi ci sono, per esempio, Texa, il Consorzio Artigiano Autoriparatori, BeSafe e molti altri. I segnali di una crescente diffusione delle auto elettriche e ibride ci sono quindi tutti: i riparatori e anche i ricambisti, che potrebbero convertire le loro rivendite offrendo servizi su misura, faranno bene a tenerli nel giusto conto.

    Nicodemo Angì

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