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mercoledì, 24 Aprile 2024
  • Se l’auto nuova cresce, l’aftermarket che fa?

    Ha chiuso bene il 2015. E sta vivendo positivamente il 2016 nel solco della crescita. E’ il settore dell’auto che, lo scorso anno, ha totalizzato oltre 91 milioni di veicoli prodotti (+1,1% rispetto al 2014) su scala mondiale. Ora, ad ormai  pochi mesi dalla fine del 2016, l’andamento dovrebbe vedere confermato il trend del 2015: performance positive anche per il comparto nazionale che porta a casa nel primo semestre una crescita del più 6 per cento. L’aria felice che si respira nel mondo dell’industria delle quattro ruote dà, ovviamente, ossigeno alle imprese della componentistica automotive che, a livello nazionale, esprime numeri di grandissimo rilievo: 2mila imprese136mila addetti e un fatturato che raggiunge i 38,8 miliardi di euro. Ma se il nuovo (mondo auto) migliora, non è detto che l’universo del post vendita non faccia altrettanto. Ne abbiamo già parlato diverse volte sulle colonne di Inforicambi. Senza dubbio l’auto, che oggi esce dalla fabbrica e vien messa su strada, ha un altissimo coefficiente di innovazione (soprattutto di processo) legato alla componentistica. Aspetto che  può dilatare maggiormente gli interventi di ricovero in officina. Ma che pur sempre (e prima poi) devono essere fatti con adeguate compentenze da parte degli autoriparatori. Se poi ci caliamo nel mercato Italia, dove la metà dell’attuale parco circolante ha oltre 10 anni di età, si comprende sempre più come la complessa filiera del ricambio (OE e IAM con l’indipendent aftermarket che ha in mano il 70 per cento della distribuzione degli autoricambi) sia più viva che mai, rappresentando una base importante del Pil nazionale ed internazionale. Stef.Belf.

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