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giovedì, 25 Aprile 2024
  • 2020, fuga dal diesel. Che effetti sul magazzino ricambi?

    Ormai non fa più neppure notizia. Tra programmi politici o addirittura decisioni già intraprese di Governi nazionali o di Amministrazioni locali un po’ in tutto il mondo, e dopo gli annunci di più di una Casa Madre (la più eclatante è la Toyota) circa i prossimi piani di produzione, la condanna a morte del diesel sembrerebbe ormai un destino inevitabile. Ovviamente questo non implica necessariamente che tra meno di due anni il motore a gasolio sarà bandito dalla faccia della terra. E neppure gli stessi annunci o provvedimenti indicati sopra escludono automaticamente che il motore a gasolio non continuerà ad esistere per alcune tipologie di vetture o veicoli: SUV, veicoli commerciali e addirittura supercar probabilmente continueranno ad adottare motorizzazioni diesel.

    Un esempio su tutti

    Manutenzione MotoreCredete che alla Bentley sarebbero stati così sprovveduti da lanciare un anno fa la loro ammiraglia SUV Bentayga, attualmente la turbodiesel più veloce del mondo, nella prospettiva di doverla togliere dal mercato entro un breve lasso di tempo? Tuttavia, il problema non è solo di mercato del nuovo. Il problema è legato ai trendsgenerali di mercato (nuovo, usato, ricambi e manutenzione) che potrebbero innescarsi in relazione a questo nuovo scenario. Creando una scaletta razionale delle questioni: questo panorama prossimo porterà ad una minore richiesta generale di auto nuove a gasolio nell’immediato? E più ancora, quanti tra gli attuali proprietari  di auto a gasolio anticiperà l’alienazione della sua auto oppure (come effetto conseguente) ridurrà le spese di conservazione e manutenzione in previsione della inevitabile svalutazione in fase di rivendita?

    Questione di ricambi

    Magazzino ricambiLa questione, a ben vedere, interessa non solo le strategie commerciali di dealers o commercianti. Ma anche l’attività diretta di officine, i servizi di rettifica, ed infine le politiche di approvvigionamento e distribuzione dei ricambisti. E’ evidente che l’assortimento dei magazzini ricambi non può tener conto dei trend commerciali e di assortimento del parco auto circolante.

     

     

     

     

    Possibili scenari

    Motore dieselCome detto, è impensabile che il motore a gasolio potrà mai smettere di essere montato, ad esempio, su veicoli commerciali, SUV e veicoli di alta gamma, nella misura in cui molti motori diesel di questo tipo sono prodotti da marchi esterni alle case costruttrici dei modelli in questione (Isuzu è un esempio per tutti). Da qui una curiosità, ad esempio: sarà potenziata, in ipotesi, l’offerta commerciale sul territorio di fornitori specificatamente diesel?  Di certo per molte Case Costruttrici storicamente leader di mercato (Peugeot ad esempio) probabilmente rinforzerà l’offerta commerciale di soluzioni ibride affiancate al motore a gasolio.  Potrebbe da questo nascere per i ricambisti l’opportunità di essere più aggressivi con i prezzi delle parti specificatamente Diesel al fine di incentivare l’acquisto della connessa tecnologia ibrida? Ed allo stesso modo: sono tanti gli analisti che si spingono ad ipotizzare un taglio alla produzione di motorizzazioni ‘piccole’: quelle che, per intenderci, sono state progettate spesso in joint venture tra Case diverse. Quale possibile soluzione: alienare le giacenze rivolgendosi, con scontistica ad hoc, alle officine o attendere in un tempo prevedibilmente più lungo l’acquisto tipicamente “retail”, quindi con scontistica convenzionale, di meccanici ed automobilisti privati? E per lo stesso probabile scenario di breve periodo, officine, rettificatori e ricambisti (che sulla tecnologia del diesel hanno costruito una specifica professionalità ed addirittura veri e propri brand) saranno costretti ad analizzare gli scenari futuri ed eventualmente riprogrammare strategie operative ed immagine pubblica delle loro Imprese? Quesiti ed analisi di tale portata non si esauriscono di certo nello spazio di un articolo..  Ma il dibattito in tema è appena all’inizio e merita prossimi approfondimenti.

     

    Riccardo Bellumori

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