Bando Digital Impresa Lazio.
Cinque milioni di euro per le pmi e professionisti che hanno una sede operativa dentro al territorio regionale. Un’opportunità da sfruttare entro la data ultima per inoltrare le domande, cioè entro il prossimo 2 ottobre 2019. Chi ci segue e legge sa bene quanta attenzione poniamo alle opportunità, spesso colpevolmente trascurate dai ricambisti e dalle officine, di contributi e di incentivi per lo sviluppo del business e della implementazione tecnologica in impresa. Ebbene almeno in questo caso l’informazione è “quasi” tempestiva: occorre sbrigarsi per concorrere a contributi a fondo perduto per una copertura fino al 70% dell’importo complessivo del progetto presentato che può arrivare da un minimo di 7.000,00 euro fino a un massimo di 25.000 euro.
Quali i progetti ammissibili?
Si può presentare un unico progetto (con il canonico il divieto di cumulo con altri Aiuti concessi – sulle stesse spese – ex Reg. UE 651/2014) che deve essere stato avviato dopo il 1° gennaio 2019 e deve ancora in essere alla data di presentazione della domanda. L’elenco tematico dei progetti è in sostanza il seguente: va da azioni di “Digital Marketing” (SEO, SEM, presenza sul Web e Social/Mobile Marketing); strutturazione di supporti per l’E-commerce su piattaforme Software CMS; azioni di realizzazione di cosiddetti “punti vendita Digitali, con servizi Front-End, customer experience in punti vendita fisici, come chioschi, totem, vetrine intelligenti; sistemi di prenotazione e pagamento via internet e/o mobile; sistemi Self scanning e Self checkout. Ed inoltre approvvigionamento di supporti e aggiornamento slla stampa 3D, “Internet of Things”, logistica/amministrazione/sicurezza digitale. Infine, come ovvio, per le imprese ancora prive di una meccanizzazione degna di questo nome, ecco possibile dotarsi di soluzioni e sistemi di informazione integrati: ERP (Enterprice Resource Planning), gestione documentali e sistemi di Customer Relationship Management (CRM); sistemi e applicazioni a supporto dello smart-working e del coworking.
Riccardo Bellumori
