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giovedì, 18 Aprile 2024
  • Reti d’impresa per il ricambista

    DI STEFANO BELFIORE

    Antonio Cardillo, ricambista di FoggiaReti d’impresa per poter competere nell’aftermarket nazionale. E’, dunque, l’aggregazione il percorso più consono per il ricambista al fine di tenere il passo e reggere con la giusta forza le grandi movimentazioni che stanno caratterizzando il nostro post vendita. Sulla scia di quanto dettoci da Bruno Beccari, presidente di ADIRA, si muove il pensiero di Antonio Cardillo (nella foto). Il 56enne, socio di un punto vendita ad Orta Nova (Foggia) di autoricambi con annessa officina di rettifica motori, entra nel dibattito che la nostra testata sta portando avanti  sul futuro del ricambista italiano. L’esperienza è quella di un veterano. Antonio da più di 30 anni lavora nel mondo dell’aftermarket italiano. Ha visto il settore endogeno crescere ed evolversi. “Oggi – dice – è in atto una vera rivoluzione. Stiamo assistendo ad una riduzione della storica catena distributiva: costruttore-grossista-ricambista-meccanico-utente finale, ovvero l'automobilista”. E il futuro lo immagina così: “Penso che ci saranno delle piattaforme che serviranno direttamente le officine, dando un servizio completo che non si limiterà solo alla fornitura di ricambi”. In questo ipotetico scenario, “il ricambista – continua – essendo l'anello più debole di questa catena andrà sicuramente in sofferenza vedendo ridurre i suoi fatturati”. Per Cardillo la soluzione per sopravvivere si chiama alleanza. “Bisogna – dichiara in proposito  –  unirsi in consorzi per poter proporsi direttamente ai produttori di ricambi”. Terreno su cui si muove anche il pensiero di Francesco Caldarola che, sulla longevità del ricambista, crede in un link diretto con i costruttori di ricambi, a patto però che il dettagliante assuma una identità aziendale più forte e matura.  Infine sull’operazione Rhiag (che avrebbe implementato una piattaforma B2C funzionale alla vendita digitale dei ricambi) dice: “Rhiag in Italia ha fatto da sempre scuola per quanto riguarda la distribuzione dei ricambi. Ma un simile progetto è, a mio avviso, uno po’ articolato per poterlo realizzare in maniera capillare. Staremo a vedere”.

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