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giovedì, 25 Aprile 2024
  • L’aftermarket indipendente è sempre più un grande business

    DI STEFANO BELFIORE

     

    Maggiore organizzazione, più partnership strategiche. Ed ancora investimenti in innovazioni di processo e nelle competenze: ovvero in un know-how lavorativo in grado di esaltare, nel miglior modo possibile, la competitività aziendale. Questi alcuni dei fattori che spingono in alto la crescita dell’aftermarket indipendente in Italia. Ad accendere i riflettori sulle performance attuali che vive la filiera degli operatori di settore è  l'Osservatorio di Mercato IAM del Politecnico di Torino che ha esaminato dati e tendenze future in un recente convegno tenutosi lo scorso 4 marzo presso l’Ateneo piemontese. Il processo di sviluppo è testimoniato da dati alquanto eloquenti: nell’ultimo quinquennio il comparto è cresciuto del 4,77 per cento annuo. Pastiglie freno, batterie auto,  kit frizione,  volani, kit distribuzione e la tiranteria (complice anche l’invecchiamento del parco auto circolante): le famiglie di prodotto che generano maggior fatturato. Interessante anche il ciclo di vita che anima il mondo della distribuzione dove si assiste ad una fase di polarizzazione multipla: “Tutti cercano – spiega Silvano Guelfi (nella foto), responsabile scientifico dell’Osservatorio – nuove relazioni con gli operatori migliori”.  E la rotta per proseguire sul percorso della crescita deve basarsi su determinati ingredienti: “Una strategia competitiva – evidenzia il professore–  a tendere e dotarsi delle persone/risorse più coerenti per tradurla in fatti concreti con decisioni tempestive che rispettino l'equilibrio tra ciò che si vuole, ciò che si può e ciò che si deve essere”.

     

     

    Professore Guelfi innanzitutto qual è lo stato di salute che vive l’aftermarket indipendente in Italia?

    L'aftermarket indipendente Italia è da sempre un grande business e in questi anni sta sempre più diventando un business grande. Ciò che intendo dire è che tutti gli operatori della filiera IAM, stanno facendo scelte decisive, ad esempio, nel segno dell'organizzazione, delle innovazioni di processo, delle competenze, dei meccanismi di programmazione e controllo. E tali scelte sono motivate da un mercato che è cresciuto mediamente negli ultimi 5 anni del 4,77 per cento annuo.

     

    Nella precedente analisi accademica, pastiglie freno e batterie auto rappresentavano le principali famiglie di prodotto in grado trainare maggiormente il fatturato del comparto nazionale dell’autoricambio. Oggi, sulla scia dell’ultima analisi, è ancora cosi?

    Pastiglie freno e batterie auto continuano ad essere le categorie prodotto più rilevanti in termini di ricavi generati anche se nell'ultimo biennio, complice il progressivo invecchiamento del parco auto e una maggior attenzione alla riparazione dell'auto, hanno fatto progressi importanti, tra le principali categorie prodotto, i kit frizione, i volani, i kit distribuzione e la tiranteria.

     

    Quali, invece, i prodotti ( se ve ne sono) che risultano avere performance meno esaltanti? E da cosa è dovuto questo trend?

    Nel nostro campione, pari al 42,71 per cento del sell out della distribuzione IAM Italia, ha un po' segnato il passo, in termini di quota di mercato a valore, la filtrazione per ragioni di valutazione da parte dell'utente finale che, anche se si posticipa un po' la sostituzione dei filtri, l'auto comunque continua a funzionare.

     

     

    In quest’ultimo report, l’Osservatorio universitario ha calato la lente analitica anche sui best performers aftermarket esaminati nel periodo 2011-2016. Può elencarci le case histories di successo?

    Il settore IAM Italia è in fase di polarizzazione multipla: gli operatori di maggiori dimensioni continuano a svilupparsi in misura superiore alla media di mercato, gli operatori più strutturati ed organizzati incrementano ulteriormente la loro qualità organizzativa, gli operatori più competitivi intensificano le relazioni con gli interlocutori più competitivi. Tali tendenze stanno operando una selezione competitiva di particolare rilevanza sia per quanto concerne la distribuzione sia con riferimento ai componentisti. Tutti cercano nuove relazioni con gli operatori migliori.

     

     

    Su quali parametri di valutazione, esse sono state scelte?

    I parametri di valutazione scelti per valutare gli operatori sono connessi alla capacità di programmare e controllare i propri obiettivi, di darsi delle priorità, di decidere con tempestività a quale futuro si desidera appartenere, di realizzare con determinazione gli obiettivi, al tasso di sviluppo, alla qualità del portafoglio clienti e fornitori, in sintesi alla capacità di coniugare al futuro profitto cassa e sviluppo.

     

    Lo studio ha fatto anche un focus sul mondo della distribuzione che popola la filiera dell’aftermarket indipendente. Qui sostanzialmente cosa emerge di rilevante?

    Con gradualità temporale rimarranno meno distributori/ricambisti di maggiore dimensione e significativamente più strutturati. I grandi distributori stanno crescendo e continueranno a farlo per i prossimi 2/3 anni ad un tasso più che doppio, oltre il 10 per cento annuo, della media del mercato. Nel periodo 2011-2015 i primi 10 distributori IAM Italia hanno incrementato la loro quota di mercato di circa 8 punti percentuali.

     

    A suo avviso, infine, su quali rotte deve instradarsi il comparto nazionale per esprimere un quoziente di competitività sempre più alto?

    Il percorso distintivo della competitività si chiama realizzare con determinazione ciò che si è pensato di voler essere. Gli ingredienti necessari sono avere una strategia competitiva a tendere e dotarsi delle persone/risorse più coerenti per tradurla in fatti concreti con decisioni tempestive che rispettino l'equilibrio tra ciò che si vuole, ciò che si può e ciò che si deve essere.

     

    Quali le buche deve colmare?

    Superare il rischio di autoreferenzialità, non considerare l'attesa ad oltranza come risposta strategica sistematica, dotarsi di uno stato mentale/strumentale di programmazione e controllo, premiare le competenze nei ruoli organizzativi chiave. Mettersi in gioco con coraggioso equilibrio e, quanto più si è bravi, non rimirarsi nello specchio, ma costruire risposte di miglioramento continuo. 

     

     

     

     

     

     

     

     

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