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venerdì, 19 Aprile 2024
  • I piccoli suv, le auto del momento

    DI STEFANO BELFIORE

     

    Sono i piccoli suv le car del momento. Giuliano Daniele (nella foto), giornalista e collaboratore di OmniAuto.it, racconta ad Inforicambi le sue riflessioni maturate di ritorno dall’importante salone internazionale di Ginevra. Un segmento (quello dei piccoli suv) che, insieme ai crossover, citycar ed utilitarie, già produce segnali positivi per il comparto automotive nazionale. “Settore che però viaggia – evidenzia Daniele – ancora un po’ a rilento rispetto al trend di mercato europeo”.

    Ingegnere dell’autoveicolo e tester di car, il giornalista di  OmniAuto.it immagina anche quale potrebbe essere la mobilità del domani. Non un’unica soluzione. Ma diverse modalità di trasporto sostenibili, mettendo in strada “veicoli intelligenti e interconnessi che possano effettuare – dice –  spostamenti in modo autonomo per rendere il tempo trascorso nel traffico utilizzabile per altre attività umane”.

     

    Secondo gli ultimi dati Acea, il mercato europeo dell’auto sembra iniziare il 2014  col piede giusto, registrando una crescita del 5,2 per cento in termini di immatricolazioni. Quali previsioni si sente di fare per i prossimi mesi dell’anno? Crede in una inversione di tendenza rispetto agli anni passati?

     

    Da qualche mese i manager delle principali case automobilistiche non nascondono un certo ottimismo: sembra che le vendite abbiano iniziato a risalire, per cui credo che il 2014 supererà i risultati dell’anno passato che è stato uno dei peggiori da 30 anni a questa parte.

     

    E per il mercato italiano che prospettive, a suo avviso, ci sono nell’immediato futuro?

     

    L’Italia viaggia un po’ a rilento rispetto al trend di ripresa del mercato in Europa. Ma l’arrivo di nuovi modelli nella “fascia bassa” del mercato – citycar e utilitarie – e nelle categorie delle auto più di moda, come i suv e i crossover, sta già facendo registrare segnali incoraggianti per il settore automotive nel nostro Paese. Va detto, però, che il prolungato periodo di crisi ha avuto conseguenze pesanti sull’occupazione soprattutto dei concessionari, per cui ci vorrà ancora tempo per poter parlare di fine della crisi.

     

    Lei è appena di ritorno dal salone internazionale di Ginevra. Quali grandi novità, può raccontarci, sono state presentate dai costruttori di auto?

     

    L’ultima edizione del salone è stato un appuntamento importante soprattutto per le piccole. La Renault Twingo, con il motore e la trazione posteriore, è la proposta più interessante a livello tecnico, perché prova a dire qualcosa di nuovo in termini di spazio interno, ingombri esterni e maneggevolezza in città. La Jeep Renegade ha fatto molto discutere: c’è chi l’apprezza per il design e le potenzialità offroad e chi non è convinto dell’abitacolo e dell’eccessivo “carry over” di componenti Fiat. Ma l’interesse fa capire come i piccoli suv siano le auto del momento. Fra le auto da sogno Lamborghini ha presentato la Huracàn che forse ha perso un po’ di pazzia nell’aspetto esterno, guadagnando però in “italianità” nel design: sportivo, ma fluido ed equilibrato. Con un motore 10 cilindri a V da 5.2 litri , fra l’altro, che va controcorrente rispetto alla tendenza a ridurre le cubature e il numero di cilindri con il downsizing. Tanti complimenti, infine, ha raccolto il prototipo Maserati Alfieri, creato per festeggiare i 100 anni della casa del Tridente e per anticipare quella che può essere considerata la rivale italiana della Porsche 911.

     

    Nel suo skill professionale, si annovera anche il corso del Politecnico di Torino in Ingegneria dell'Autoveicolo. Come sa, la ‘patente’ di garanzia  di una car in termini di sicurezza è data dalle sue componenti. Per chi realizza prodotti per il primo equipaggiamento e per l’aftermarket quanto conta, a suo avviso, l’innovazione per concepire soluzioni sempre più qualitative ed affidabili?

     

    Nel modo “moderno” di progettare automobili, l’ingegnerizzazione ormai sviluppa in parallelo tutte le sue fasi (o quasi). Non a caso si parla di co-engineering, a partire dai progetti – quindi dall’inizio -, ma arrivando anche alla sperimentazione, virtuale e fisica. Il tutto tenendo conto non solo della geometria, della funzione, della performance e della sicurezza, ma anche della manutenzione e quindi del ciclo vita. Come ad esempio nel caso della definizione del layout motore, in cui il packaging tiene conto sempre più delle esigenze di chi deve intervenire magari per sostituire una lampadina, un filtro, una cinghia di distribuzione. Elementi che, come molti altri moduli, sono realizzati per i carmaker da fornitori selezionati. Spesso, quindi, nel ciclo di vita di un’auto il cliente può informarsi per trovare un’alternativa valida al prodotto di primo equipaggiamento, da valutare comunque di caso in caso.

     

    Da tester di auto, per dar quanto più possibile longevità alla vettura che consiglio darebbe al possessore di una quattroruote?

     

    Stiamo uscendo da un periodo storico in cui spesso si cambiava auto anche dopo soli due anni. Ed era piuttosto normale prevedere un ricambio dopo quattro. Per non lasciare svalutare troppo il valore sul mercato, certo, ma in realtà l’efficacia della meccanica, dell’elettronica e la qualità dei materiali permette al giorno d’oggi di utilizzare l’auto per almeno il doppio del tempo. Dipende ovviamente dalla percorrenza chilometrica. E poi c’è il discorso legato all’obsolescenza tecnica relativa alle normative antinquinamento che in pochi anni possono rendere un veicolo non più adatto a circolare nei centri urbani. O anche non più al passo coi tempi in termini di infotelematica. Sicuramente nel futuro dell’auto c’è la connettività ad internet, che potrebbe far invecchiare i veicoli a livello di software, più che di hardware.

     

    Si parla sempre più di mobilità sostenibile con car elettriche o auto che si guideranno da sole. Come immagina l’auto del futuro?

     

    La soluzione unica per la mobilità non esiste. Bisogna entrare nell’ottica che, soprattutto a breve e medio termine, per spostarsi in modo sostenibile saranno diversi i “modi” di trasporto, da cui il termine tecnico intermodalità. I veicoli elettrici devono diventare i protagonisti delle città: auto a due posti (magari in tandem) o veicoli a tre ruote vanno messi al centro degli spostamenti individuali, in una rete che coinvolga anche bici a pedalata assistita e tutta una serie di infrastrutture che metta in comunicazione i mezzi di trasporto pubblici con quelli privati. E dovrà cambiare la mentalità, per cui il car sharing e il car pooling entreranno a far parte della quotidianità del muoversi in città, così come i veicoli intelligenti e interconnessi, che possano effettuare spostamenti in modo autonomo per rendere il tempo trascorso nel traffico utilizzabile per altre attività umane (lavoro, riposo, socializzazione). Oltre che più sicuro.

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