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giovedì, 25 Aprile 2024
  • Innovazione: con la crisi, crescono i brevetti italiani “green” in Europa


    Negli ultimi cinque anni i brevetti italiani a tecnologia “green” registrati in Europa sono cresciuti del 5,4 per cento e quelli nelle Ket (dall’inglese KeyEnabling Technologies) dell’1,1 per cento. Un dato, reso noto da Unioncamere, che vale più di quel che appare, visto che le cosiddette “tecnologie abilitanti” sono ritenute capaci di innescare processi di innovazione accelerata in modo trasversale in più settori produttivi.  Allargando lo sguardo al periodo compreso tra il 1999-2012, l’Ufficio Europeo dei Brevetti ha pubblicato più di 14.000 domande di brevetto italiane riconducibili alle Ket, pari al 27,9 per cento di tutta l’attività brevettuale italiana rivolta al mercato europeo.

    La distribuzione di queste tecnologie evidenzia una forte specializzazione nella manifattura avanzata (69,5% delle domande di brevetto), a cui seguono i materiali avanzati (10,2%), la fotonica (7,4%), le biotecnologie (6,8%), la micro e nanoelettronica (5,7%) e le nanotecnologie (0,4%). Sempre nello stesso periodo, una quota pari al 5,5 per cento delle domande di brevetto italiane pubblicate dall’Epo rientra nei settori della green economy, da più parti considerati ambiti con forti opportunità di sviluppo e di investimento e ormai parte integrante del modello di sviluppo delle imprese italiane più dinamiche sui mercati internazionali.

    Nonostante la generale contrazione nel numero di domande italiane di registrazione presso gli uffici europei (passate dalle 4.423 del 2008 alle 3.819 del 2012, con una riduzione media annua del 3,6% nell’arco del quinquennio), in questi ultimi anni l’Italia ha incrementato lo sviluppo tecnologico su settori applicativi che la Commissione Europea reputa a forte valenza strategica, con ricadute positive sia sulla competitività delle nostre imprese sia sulla capacità,  in prospettiva,  di attrarre capitali in cerca di idee e progetti imprenditoriali a forte capacità di sviluppo.

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